giovedì 1 luglio 2021

Gesù secondo alcuni ebrei (2/4)


Il periodo della Chiesa trionfante e trionfalistica (secc. XII-XVIII)

La tradizione popolare elabora il “Toledot Jeshù” (“storia di Gesù”) - nel IX secolo gli ebrei raccontano una storia di Gesù (Agobardo di Lione) - “poco seria, scomoda ed inopportuna” (Riccardo Di Segni) - “L’atteggiamento rispetto a Gesù peggiorò quando i gentili cominciarono ad abbracciare la nuova fede e a disprezzare l’ebraismo e divenne ancora più ostile quando i cristiani, di origine ebraica e non ebraica, cominciarono a perseguitare gli ebrei” (Lea Sestieri)

“Gesù è figlio adulterino di Miriam e Josef Pandera (nome citato nel Talmud); è intelligente e impara bene e rapidamente; mediante il potere del Nome ineffabile (di Dio) comincia a fare miracoli; fu trovato colpevole di stregoneria e seduzione; i savi decisero che Giuda Iscariota lottasse con lui in gara di prodigi; fu arrestato e appeso la vigilia di Pasqua in un tronco di cavolo; rabbi Tanjumà (400 anni dopo Gesù) trovò il cadavere nel giardino”

Jehudah ha-Levì (1075-1141) - poeta e filosofo ebreo-spagnolo - epoca alto-medioevale

“Queste comunità religiose (cristiani e musulmani) sono preparazioni a una introduzione per il Messia atteso, a cui prenderanno parte insieme cristiani, musulmani ed ebrei. Allora tutti e tre non formeranno che un solo albero, come Ezechiele (37,17) l’ha già visto nella sua visione ecumenica della riunificazione” (Kuzari).

Maimonide (1135-1204) - filosofo - opera halakica “Mishné Torà”

“Tutto ciò che riguarda Gesù di Nazareth e l’ismaelita (il profeta Muhammad) venuto dopo di lui, non è servito che a liberare la via del Re Messia e a preparare tutto il mondo all’adorazione di Dio nella comunione dei cuori, come è scritto: Allora io darò ai popoli un labbro puro, perché invochino tutti il nome del Signore e lo servano tutti sotto lo stesso giogo (Sofonia 3,9). Così la speranza messianica, la Torà e i precetti sono divenuti patrimonio religioso comune fra gli abitanti delle isole lontane e tra i numerosi popoli incirconcisi di cuore e di carne” (Holkot Melakhim XI,4).

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