sabato 12 giugno 2021

Teresa d'Avila (5/5)

 

Spunti per l’oggi

Frutto dell’instasi (lo stare dentro di sé) di Teresa sono la meditazione dell’umanità di Gesù e lo scrivere suggerendo ad altri un cammino spirituale che cerca di ricostruire la Scrittura che le è vietata dalla sua ignoranza o dai dettami dell’Inquisizione e della cultura del suo tempo. Risultati dell’estasi di Teresa (lo stare fuori da sé) sono le visioni, che Teresa non ricerca ma subisce, e le fondazioni, risultato di una forza che va molto oltre se stessa. Scrittura, contemplazioni, estasi e imprese non sono da tutti. Si possono tuttavia condividere con Teresa tre atteggiamenti fondamentali di una vita che intende porsi alla sequela di Gesù Cristo come Signore e Maestro. Anzitutto vivere da cristiani in un contesto complesso e conflittuale. Al termine di un’epoca di cristianità - un unicum tra stato e chiesa, religione e vita - e di conflittualità - tra donne e uomini, verginità e stirpe, scalzi e calzati, cristiani ed eretici, ebrei e mori - Teresa sa vivere alla sequela di Cristo con estrema umiltà. Impianta la chiesa da semplice monaca, promuove la cultura senza associarsi ai letràdos (letterati), insegna la preghiera solo come grazia ricevuta. Nelle relazioni con gli altri riconosce nei luterani la grazia del battesimo (Vita XXXII), prova pena per tutte le anime - eretici, mori, cristiani - che si perdono (Castello V,10), chiede a Dio di illuminare i luterani ma anche sé stessa (Meditazioni),

Un secondo atteggiamento è l’affidarsi a Dio attraverso l’esercizio della preghiera mentale. All’interno di una chiesa che vive della preghiera comunitaria - liturgia eucaristica e delle ore - e di una preghiera personale spesso vocale - il Pater, Ave e Gloria e il rosario - Teresa caratterizza la preghiera mentale come amicizia con Gesù. Attraverso metafore come i quattro modi d’annaffiare il giardino - il pozzo, l’acquedotto, il fiume e la pioggia - della Vita, o le sette stanze del Castello, Teresa propone un cammino di scoperta della relazione personale con Dio. Con questo non intende estraniarsi dalla comunità ecclesiale. Per provare la sua fedeltà alla Chiesa accetta di fare gestacci a Gesù che gli appare (Vita XXIX) solo perché il suo confessore lo considera il demonio. Dio farà cambiare idea al confessore (Vita XXVI).

Un terzo e ultimo atteggiamento è il ridare forma alla realtà mediante una mistica dagli occhi aperti. La resilienza è la capacità di una materiale di resistere a urti improvvisi. Da un punto di vista antropologico “la resilienza è più della semplice capacità infantile o adolescenziale di resistere allo stress o a traumi violenti: è pure la possibilità di reagire positivamente alle difficoltà e la voglia di costruire utilizzando quella serie di risorse psico-biografiche, proprie degli esseri umani, anche denominate forza interiore” (cf Andrea Fontana, Lo stress che ci fa bene. Verso la cultura del benessere sul lavoro, Meltemi, Roma 2002) Teresa è ferita come donna, cristiana e monaca, ma reagisce facendo appello alle risorse interiori (tra cui Dio stesso...) fino a riformare l’essere donna divenendo dottore, cristiana attraverso la mistica e monaca rinnovando l’ordine carmelitano.

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