Vita di Mozart
La vita di Wolfgang Amadeus Mozart è divenuta nel tempo un mito. Particolari leggendari e volgari “fioretti” si sono sovrapposti e mescolati ai dati storici. Sicché libri su libri hanno tentato di ricostruire la realtà dei fatti. Fino a quando un film di straordinario impatto narrativo e visivo, Amadeus di Milos Forman, ha vanificato molti sforzi. Quanto segue è tratto dalla Vita di Mozart dello scrittore francese Henry Beyle, meglio noto con lo pseudonimo di Stendhal.
Leopold Mozart e Anna Maria Pertl, i genitori di Amadeus, si distinguono a Salisburgo per la loro bellezza. Dei sette figli nati dal loro matrimonio, due soli sopravvivono: Maria Anna detta “Nannerl” e Johannes Chrysostomus (bocca d’oro) Wolfgang Teophilus (amico di Dio) detto “Amadeus” (latinizzazione di Teophilus). Wolfgang nasce il 27 gennaio 1756 e viene battezzato il giorno seguente secondo il rito cattolico. Nel 1762 Leopold diviene vice maestro di cappella del principe arcivescovo di Salisburgo e Nannerl sposerà un consigliere del principe.
A 4 anni Wolfgang impara un minuetto in mezz’ora, ma se, alla domanda “Mi amate veramente?” ripetuta dieci volte al giorno, qualcuno risponde di no, piange. Quando impara a far di conto, ricopre tavoli, sedie, muri e pavimento di cifre scritte con il gesso. Per lui suonare un concerto è un miracolo e le sue composizioni sono un ammasso di note quasi impossibile da suonare.
A 6 anni il padre conduce Wolfgang in viaggio per le corti di Monaco e Vienna. Per Francesco I, imperatore d’Austria, suona il clavicembalo con la tastiera coperta da un panno. A 7 anni scrive le sue prime opere, dei minuetti, e durante un viaggio in Europa suona il violino a Bruxelles e l’organo a Parigi e a Versailles. L’anno successivo la famiglia Mozart si trasferisce in Inghilterra dove Wolfgang esegue a prima vista brani di Bach e Haendel. Del 1765 è il viaggio nelle Fiandre e del 1766 quello ad Amsterdam. Dopo più di tre anni d’assenza i Mozart fanno ritorno a Salisburgo.
La tranquillità sembra duplicare il talento di Wolfgang che a 12 anni dirige una sua messa alla corte imperiale di Vienna. Nel dicembre 1769 Leopold, maestro dei concerti dell’arcivescovo di Salisburgo, conduce Wolfgang in Italia con tappe a Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Venezia. Il tredicenne Mozart viene accolto trionfalmente anche perché il suo aspetto è quello di un bambino di 10 anni al massimo. Al primo ascolto impara a memoria il celebre Miserere di Allegri, suonato nella Cappella Sistina il mercoledì santo. Un canto solenne e melanconico che lascia una traccia profonda nell’animo del fanciullo, come faranno Haendel e Boccherini.
Negli anni successivi Wolfgang si reca spesso a Milano dove vengono rappresentati per la prima volta il Mitridate (1770), l’Ascanio in Alba per il matrimonio dell’arciduca Ferdinando (1771), la cantata Il Sogno di Scipione per il nuovo arcivescovo di Salisburgo(1772), e l’opera seria Lucio Silla (1773). Wolfgang si ribella all’arcivescovo Hieronymus von Colloredo, considerato un tiranno, e viene cacciato a pedate da un cortigiano.
Nel 1777 si trasferisce a Parigi, ma non ama la musica francese del tempo. L’anno successivo perde la madre e nel 1780 va a vivere a Vienna, attratto dalla bellezza delle donne, e nulla riuscirà più a staccarlo da lì. A 25 armi si innamora perdutamente di Costanza Weber e la sposa. Scrive nove opere scritte su libretti italiani tra cui Le nozze di Figaro e Don Giovanni, composte nel 1787, e l’opera buffa Così fan tutte. Per tutta la vita la salute di Amadeus è cagionevole. Mai è stato capace di badare a se stesso e il piacere del momento lo travolge. L’affollarsi delle idee nella sua mente lo rende incapace di riflessione. Eppure è l’uomo più dolce che si possa immaginare e i signori di Vienna lo rimproverano di suonare con lo stesso slancio davanti a chiunque provi piacere nell’ascoltarlo.
Quando viene afferrato da un’idea passa notti intere con la penna in mano. Altrimenti completa un pezzo solo nel momento dell’esecuzione. Completa l’ouverture del Don Giovanni la notte precedente la prima rappresentazione. E’ generoso per carattere e si occupa poco del denaro. Ama con passione sua moglie ed è premuroso con la sua salute piuttosto malferma. Ama teneramente i suoi due figli ma dissipa il suo considerevole reddito. L’idea di non aver più molto da vivere lo tormenta e lavora a lungo dimenticandosi di tutto al di fuori della musica. La sua salute si indebolisce rapidamente. Uno sconosciuto che ha appena perduto una persona molto cara gli chiede di comporre un Requiem. Mozart compone giorno e notte e un mattino cade privo di conoscenza. Si convince che questo Requiem servirà per il suo servizio funebre e che quello sconosciuto è venuto ad annunciargli la sua prossima fine. Muore a soli 36 anni dopo aver ricevuto l’estrema benedizione secondo il rito cattolico. Su sua minuta autografa il Requiem viene terminato da Franz Xaver Sussmayr su commissione di Costanza.
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