Le comunità ebraiche devono, come tutti, affrontare nuovi problemi etici quali i trapianti, la manipolazione genetica, l'eutanasia, l'aborto. Solo di fronte alle enormi questioni tipiche della bioetica, ci si rivolge alle grandi autorità internazionali, mentre ordinariamente ogni zona territoriale ha il suo rabbinato di competenza. Il parere espresso dal rabbino è vincolante, da un punto di vista morale, per la persona che lo ha richiesto.
Ogni problema deve essere risolto facendo ricorso alla legge, ma per gli ebrei è importante essere e rimanere un popolo di gente pensante. Dunque le diversità delle soluzioni dipenderanno dalla novità del problema e dalle circostanze in cui il problema si è posto.
Cosa fare se, in una coppia avviata al matrimonio, all’uomo viene diagnosticato un tumore? Sposarsi precipitosamente e tentare di avere un figlio? Oppure prelevare e congelare lo sperma? I rabbini consigliarono la prima soluzione: la donna rimase incinta, nacque una bambina e l’uomo morì.
Nel caso, ad esempio, della procreazione assistita delle due madri, una genetica (che dà l’ovulo) e una gravidica (che dà l’utero), è da considerare madre per la legge quella coinvolta nella gestazione e nel parto. Nel caso di fecondazione da donatore si deve conoscere il donatore per evitare casi d’incesto.
Per l’aborto c’è un’assoluta priorità del diritto della madre rispetto a quello del nascituro. Il rabbinato di Gerusalemme autorizzò l’aborto al settimo mese di gravidanza di un feto affetto da gravi patologie. Un caso analogo negli Stati Uniti fu valutato diversamente.
Nel 1968 i maggiori rabbini affermarono che il trapianto cardiaco era un duplice omicidio. Poi si svilupparono le conoscenze nel campo dell’immunosoppressione e i fenomeni di rigetto si ridussero. Studi approfonditi crearono il concetto di morte cerebrale. Nel 1987 il rabbinato centrale ha emesso una sentenza in cui autorizzava il trapianto cardiaco.
Un caso antichissimo di eutanasia è quello del moribondo il cui cuore continua a battere perché entrato in risonanza con il rumore ritmico di uno spaccalegna che lavora poco lontano. In questo caso è consentito chiedere allo spaccalegna di fermarsi e di rimuovere così la causa che rallentava la morte di quella persona.
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