venerdì 9 aprile 2021

Etica ebraica (3/4)

 


Proviamo a definire qualche criterio ermeneutico per l’etica ebraica: la sacralità della vita, l’immagine di Dio, la siepe attorno alla Torah.

Tre termini ebraici definiscono la vita: nefesh, ruach e chajim. Nefesh significa alito, gola, respiro. Ruach indica soffio, fiato, respiro, vento, vitalità. La chajim, ovvero la vita di chi respira, è dono di Dio. Nella Genesi l’essere vivente (nefesh chajah) può essere l’uomo o l’animale (Salmo 104,29; Qoelet 3,19). A favore della salvezza della vita (pikkuach nefesh) si possono violare tutti i precetti tranne tre: omicidio, fornicazione, idolatria. Per la legge ebraica sposarsi e procreare è un obbligo stretto per ogni uomo (212° precetto di Maimonide).

La somiglianza dell’uomo con Dio è norma essenziale e insegnamento di vita. Sta scritto nel Talmud: “Ben Azzaj considerava Genesi 5,1 il principio supremo della Torah” (Haghigah 14 b).

Il giudaismo rabbinico non aspira al sapere su Dio. Piuttosto aspira a sapere cosa Dio vuole. La fede ebraica si fonda sulla Torah, sui precetti, non su una dottrina teologica o mistica. Scrive Paolo De Benedetti: “Si capisce, infine, un principio come quello detto hiddur mizvah (abbellimento del precetto), che, come quello del sejag (siepe), non si giustifica con una pura scrupolosità, ma quasi con una sorta di gioia indugiante sul precetto” (La spiritualità ebraica, in Aa.Vv., Spirito del Signore e libertà, Morcelliana, Brescia 1982).

L’ebraismo oggi è attraversato da una disputa che vede contrapposti i sostenitori di una concezione puramente etica della scelta morale e quelli di una supremazia della halakhah. La prima posizione ha tra i suoi maggiori esponenti Lazarus (sec. XIX) e, nella prima metà del secolo scorso, Leo Baeck, Martin Buber, Achad Haam, Franz Rosenzweig. L'ebraismo italiano, con Samuel David Luzzatto e Dante Lattes, ha cercato una via media e una sintesi. L'opposizione tra filosofi e ortodossi si è manifestata a Gerusalemme, verso la metà del secolo scorso, nella polemica tra Hugo Bergman, dell'Università Ebraica, e Jeshajahu Leibovitz, figura assai originale di scienziato e di pensatore religioso.

La tradizione ebraica contiene elementi a favore sia dell'una sia dell'altra tradizione. La precoce trasformazione della legge del taglione in sistema di risarcimento dimostra che l'etica della halakhah ha avuto una evoluzione. Del resto la possibile contrapposizione tra etica e rituale è percepita già dai profeti (cf Michea 6,7-8). Oggi resta il problema di fare una scelta nelle proposte contenute nell’etica dei precetti. Ciò è evidente soprattutto in Israele, dove una società ebraica deve affrontare nuovi problemi, quali i trapianti, la manipolazione genetica, l'eutanasia, l'aborto.

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