Nell’estate del 1944, visti gli scarsi esiti del reclutamento volontario e della precettazione, la Guardia Nazionale Repubblicana passò ai rastrellamenti nei locali pubblici o per strada, fermando persone sospette o prive di documenti validi.
Antonio Cattaneo era nato l’11 luglio del 1905 e risiedeva in via Roma 27 a Lentate sul Seveso. Era sposato con Antonia De Chiara e faceva il salumiere. Partì il 15 luglio per Katowice e fu rimpatriato il 22 giugno dell’anno successivo. Fu internato ad Auschwitz, dove lavorò agli impianti della IG Farben, una fabbrica chimica.
Lino Ceppi era nato il 13 marzo del 1926 e viveva al numero 2 di via Umberto I. Era celibe e di professione manovale edile. Partì il 1 agosto per Nuernberg, dove lavorò alla Dyckerhoff und Widmann, in Zufuhrstrasse 15.
Angelo Ferri era nato il 4 marzo del 1905 a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, e abitava in via Nazionale dei Giovi 7. Era sposato con Rosa Veneroni e aveva cinque figli. Partì il 7 agosto per Torgan e fu rimpatriato il 29 giugno dell’anno dopo. Fu internato nel lager Vogelgesang Kreis.
Giosuè Radice era nato il 30 aprile del 1923 e risiedeva in via Nazionale 44. Era sposato con Natalina Chiodini e faceva il fonditore. Partì il 1 agosto per Berlino e lavorò allo Spandauer Waffenwerke, l’ufficio materie prime delle SS, a Spandau Bei Hei.
Serafino Sala era nato il 1 settembre del 1923 e abitava in vicolo Corridoni 2. Era celibe e faceva il muratore. Partì il 1 agosto per Nuernberg dove lavorò alla Dyckerhoff und Widmann in Zufuhrstrasse 15.
Poi venne la volta delle pattuglie motorizzate tedesche. In pieno giorno chiudevano le strade con posti di blocco volanti. Fermavano i passanti con documenti non in ordine o non in regola con il proprio lavoro e li deportavano come lavoratori coatti. Quindi venne svuotate le carceri. I detenuti vennero inviati nelle fabbriche di armamenti del Reich. Un decreto ministeriale autorizzava il prelevamento dei condannati, dei prigionieri politici e dei confinati (Gefangenenaktion).
Tra i detenuti in custodia preventiva nel carcere di Como c’era Pierino Radice. Era nato il 4 gennaio del 1923 e abitava in via General Cantore 6 a Copreno. Era celibe e faceva il macellaio. Il 23 agosto venne spostato da Como a San Vittore e due giorni dopo fu inviato in Germania. Fece l’apprendista meccanico a Spandau e rientrò in Italia il 4 agosto dell’anno successivo.
Tra i carcerati di lunga data a San Vittore c’era Gianpaolo Bonfanti. Era nato il 7 febbraio del 1923 a Credera, in provincia di Cremona, e viveva in via Nazionale 19. Era celibe e faceva il tipografo. Venne arrestato il 21 febbraio a Lambrate e fu consegnato a San Vittore il 3 settembre da un soldato tedesco. Venne rilasciato l’11 settembre per essere trasferito in Germania e fu rimpatriato il 9 settembre dell’anno dopo.
I volontari e i precettati recatisi agli sportelli incontravano i familiari di quelli già partiti che reclamavano gli stipendi che non arrivavano. L’inflazione poi faceva perdere di valore il salario tedesco. Ai lavoratori partiti veniva ritirata la tessera annonaria privando le famiglie di generi alimentari. Madre e padre di Pierino Radice si recarono in comune per chiedere la rimessa.
Alle ore 10 del 23 novembre gli operai della Pirelli bloccarono le macchine per uno sciopero. Le SS irruppero nella fabbrica della Bicocca e li portarono a San Vittore. Alberto Pirelli tentò di liberarli e fu accusato di connivenza con i comunisti e i socialisti. Con la loro divisa grigio chiara partirono il 28 novembre dallo scalo Farini per la Germania. Il treno si fermò a Rezzato, in provincia di Brescia, a causa dei bombardamenti.
Aldo Mazzola era nato il 13 marzo del 1914 e viveva in via Fiume 2 a Copreno. Era celibe e operaio assunto in Pirelli l’8 febbraio del 1942. A San Vittore venne registrato con il numero di matricola 372. Fuggì forzando il vagone. Riempita di paglia una tuta della Pirelli, messa fuori dal vagone come un pupazzo, nessuno sparò. Si diedero alla fuga in tre o quattro.
Gli altri stettero qualche giorno in una fattoria sorvegliati dalle guardie. Poi partirono in camion per Trento e da qui a Reichenau vicino Innsbruck dove lavorarono per l’economia bellica del Reich.
Santino Radice era nato il 25 ottobre del 1889 e risiedeva in via Vittorio Veneto 16. Era celibe e falegname. Fu inviato a Dessau in Magdeburgo alla Junkers Flugzeng und Motorenbau.
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