Wuhan è il principale snodo viario, ferroviario e
commerciale della Cina centrale ed è il centro dell’industria dell’automobile
cinese. I suoi abitanti sono chiusi in casa cercando di evitare il contagio da
Coronavirus. Se escono è per fare la coda nei negozi di generi di prima
necessità, ai banchi delle farmacie o negli ospedali per ottenere cure. La
metropoli di 12milioni di abitanti è isolata da un cordone sanitario e gestita
da un esercito di addetti in tuta protettiva e con doppia mascherina. I medicinali
in vendita sono razionati a 2 scatole per prodotto e i kit per determinare il
contagio scarseggiano. Il bollettino dei contagiati e delle vittime aumenta di
ora in ora. Il contagio potrebbe essere partito da un pipistrello, da un
serpente o da un visone, ma di certo il primo contagiato è un addetto del
mercato di animali vivi di Wuhan. Attualmente il contagio si trasmette tra
persone anche senza sintomi. A Wuhan è in costruzione un primo ospedale che
sarà pronto in 10 giorni e un secondo aggiungerà poco dopo 1.300 posti letto.
Altri simili epidemie si sono succedute in tempi recenti. Nel 2003 in Cina la
Sars (sindrome acuta respiratoria grave) in un anno uccise di polmonite 800
persone e tra queste il medico italiano (Carlo Urbani) che per primo identificò
il virus. Nel 1968 ad Hong Kong un’influenza aviaria (uccelli) uccise in 2 anni
più di 1milione di persone. Nel 1957 in Cina l’influenza Asiatica fece 2milioni
di morti. Nel 1918 in Spagna dopo le stragi (Grande Guerra o prima guerra mondiale)
la Spagnola contagiò mezzo miliardo di persone e ne uccise più di 30milioni.
Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato (Genesi 48,22)
venerdì 31 gennaio 2020
giovedì 30 gennaio 2020
Israele e Palestina
Il presidente USA ha proposto un piano di pace per il Medio
Oriente (Middle East Plan). Per la convivenza di palestinesi ed ebrei sono
previsti due Stati con capitale Gerusalemme. Israele controllerebbe la valle
del Giordano, una striscia di terra lunga 105km, dal lago di Tiberiade (nord)
al Mar Morto (sud). Attualmente a est del fiume Giordano c’è lo stato di
Giordania, a nord ovest c’è Israele, a sud ovest la Cisgiordania sotto il
controllo israeliano (tranne la città di Gerico). La valle è abitata da 11mila
coloni israeliani e da 65mila palestinesi e ha vocazione agricola e turistica.
Il piano prevede che Israele mantenga 15 insediamenti che l’ONU (Nazioni Unite)
da oltre 40 anni considera illegali. Israele si impegna a non costruire più
insediamenti per 4anni fino alla firma di un accordo di pace. I territori
palestinesi raddoppierebbero e un tunnel collegherebbe la Cisgiordania alla
striscia di Gaza. Israele continuerebbe a controllare i luoghi santi di ebrei
cristiani e musulmani. Ai musulmani sarebbe consentito di pregare nella mosche
di Al-Aqsa che si trova sul monte del tempio di Gerusalemme. Il futuro Stato di
Palestina avrebbe la capitale in un quartiere est di Gerusalemme che è separato
dal resto dalla città da un muro. Trump ha offerto al presidente dell’ANP
(Autorità Nazionale Palestinese) 50 miliardi di dollari. I palestinesi sono
divisi in fazioni: Fatah che controlla l’Organizzazione per la Liberazione
della Palestina (OLP che governa la Cisgiordania), Jihad (Islamica
Palestinese), Hamas (che governa Gaza). Il presidente Mazen ha fatto sapere che
tutte rifiutano il piano di Trump.
mercoledì 29 gennaio 2020
Riscaldamento globale
Si è tenuta a Madrid la Cop25 (venticinquesima Conferenza
mondiale sul clima delle Nazioni Unite). I rappresentanti di 200 Paesi si hanno
fatto il punto sugli accordi presi alla Cop21 di Parigi e nel Protocollo di
Kyoto (Giappone) per contrastare il riscaldamento globale. Per 2 settimane
oltre 25mila persone, prima i tecnici e poi ministri e capi di Stato e di
governo, dovranno decidere azioni urgenti e concrete. Si tratta di contenere
l’aumento della temperatura media globale alla fine del secolo (2100) entro un
massimo di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali (1800 d.C.).
Le emissioni di gas serra dovranno diminuire del 7,6% ogni anno per i prossimi
10 anni. Almeno 100 Paesi dovranno abbandonare il carbone e puntare sull’energia
eolica (vento) o solare. L’obiettivo è di 0 emissioni entro il 2050. Gli occhi
sono puntati su Cina e India. Dagli Stati Uniti è giunta la volontà del
presidente Trump di uscire dagli accordi di Parigi. Il Brasile non sta facendo
nulla per fermare la distruzione della foresta amazzonica. Il presidente
Bolsonaro ricorda che i Paesi sviluppati avevano promesso a Parigi 100 miliardi
di dollari per i Paesi in via di sviluppo. L’Europa ha deciso di ridurre le
emissioni del 55% entro il 2030. L’Italia non ha ancora un programma per
abbandonare il carbone. A spingere i politici sono i giovani del movimento
Fridays for future di Greta Thunberg.
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