La scuola ebraica della Comunità di Milano sorse alla fine degli anni Venti in via Eupili, fu costretta a chiudere nel 1943 e riaprì nel 1945; nel 1961 si è trasferita in via Soderini (oggi via Sally Mayer 4/6)
Circa 600 alunni frequentano una scuola italiana per che svolge programmi ministeriali con l’aggiunta di materie ebraiche, scelte nell’ambito dell’autonomia scolastica e parte integrante del curriculum formativo
Tutti gli ordini di scuola, dalla materna (compreso un asilo nido privato) all’esame di stato finale delle secondarie superiori, sono riconosciuti dallo Stato italiano come scuole paritarie (enti religiosi)
Il liceo sperimentale unitario comprende un biennio comune e un triennio in cui prevalgono le materie di indirizzo, rispettivamente scientifico, linguistico e istituto tecnico per corrispondenti in lingue estere
A scuola si rispettano il sabato, il calendario ebraico e la kasherut (norme alimentari) della mensa; la tefillà (preghiera) si svolge tutte le mattine nel tempio della scuola prima delle lezioni
La Comunità mantiene e gestisce la scuola e ne stabilisce l’indirizzo educativo; il Rabbino capo sovrintende all’indirizzo educativo ebraico della scuola; nel 1996 è nata la Fondazione della Scuola ebraica
La scuola non è né religiosa né laica, bensì pluralista; ragazzi di famiglie diverse, provenienti da Europa orientale (Polonia), Egitto, Iran, Libia, Libano, Israele, studiano, vivono, giocano e mangiano insieme
Infanzia (4 sezioni 11 docenti) Primaria (9 classi 24 d) Secondaria 1° grado (5 c 20 d) 2° grado (15 c 31 d)
Una seconda scuola ebraica sorse a Milano in via Macconago all’inizio degli anni Sessanta su iniziativa del movimento (chassidico) Chabad Lubavitch con un più marcato insegnamento di materie ebraiche
Questa scuola raccoglie circa centocinquanta/sessanta alunni e non prevede le classi superiori, in particolare un liceo, che si formano solo su richiesta delle famiglie, anche per pochi alunni (cinque/sei)
Una terza scuola ebraica è sorta nel 1998 a Milano in via dei Gracchi per iniziativa del gruppo libanese; ospita bambini dell’asilo e alcune classi di elementari e medie per un totale di una cinquantina di alunni
Queste ultime sono scuole private riconosciute: gli alunni confluiscono inevitabilmente in via Sally Mayer per le classi superiori
La Torah stabilisce anzitutto che è ebreo solo chi è figlio di madre ebrea: in passato i rabbini italiani accettavano le conversioni di giovani di solo padre ebreo, facilitando il loro accesso alle scuole ebraiche
La Torah stabilisce poi per tutti un esplicito assenso all’accettazione dei precetti (kabbalat-mitzvot) prima della maggiore età (13 anni i maschi e 12 le femmine) attraverso la cerimonia del Bar/Bat-mitzvà
Le conversioni “precoci” spesso non hanno dato i risultati sperati per mancanza di volontà dei genitori di creare all’interno della famiglia un progressivo clima di ebraicità attraverso la pratica dei precetti
Nel 1997 l’Assemblea dei rabbini d’Italia ha stabilito che la conversione dei bambini (ghiur ketannim) nati da madre non ebrea deve essere accompagnata da un’analoga istanza di conversione da parte delle madri
A seguito di questa decisione le famiglie italiane si sono allontanate dalla scuola della Comunità a causa del suo orientamento più ebraico-osservante, avvertito come scelta ghettizzante e perciò penalizzante
Concorre a questo allontanamento anche il costo elevato della scuola: a Milano le rette sono sul livello delle migliori scuole private cattoliche e non tutte le famiglie possono pagare
Per i bambini tra i 4 e i 10 anni (circa 70) che non frequentano la scuola della Comunità c’è l’associazione culturale Shorashim (radici), finanziariamente autonoma, che organizza incontri il sabato mattina.
https://scuolaebraicamilano.it/
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