domenica 21 aprile 2024

Infedeltà (Numeri 5,11-31)

 

Una donna sposata può avere rapporti esclusivamente con il marito

L’adulterio, se dimostrato con testimonianze, comporta una condanna capitale per la donna e l’adultero

Se c’è ammissione di colpa, senza testimonianze, la donna perde i diritti della ketubbà (contratto)

Se c’è un sospetto e la donna nega si attiva una procedura particolare

La donna viene condotta al Santuario e sottoposta alla prova delle “acque amare”

Bere acqua in cui è stato sciolto l’inchiostro di una pergamena con quel capitolo della Torà

Se la donna è colpevole, morirà; se è innocente, avrà dei figli

Se arriva la punizione, questa colpisce automaticamente anche l’adultero, ovunque si trovi

Il trattato talmudico Sotà significa “deviante”, “infedele”, nell’ottocento verdiano “traviata”

In una società basata sul dominio maschile la procedura espone pesantemente la donna

Scopo è l’accertamento della verità e il “mettere pace tra marito e moglie”

Nell’ebraismo non è cambiata la difesa della fedeltà coniugale e il divieto di adulterio

Ai tempi della Mishnà la procedura era inapplicabile: non c’era il Santuario e l’infedeltà maschile dilagava

La procedura non poteva funzionare se il marito fosse stato infedele alla moglie

Non più quindi un rapporto di dominanza ma di reciprocità

L’uomo sposato poteva avere rapporti con un’altra donna sposata da lui

Verso l’anno mille la poligamia venne proibita

La discussione rabbinica avviene anche per molte norme non più applicabili

Compito dei rabbini fu limitare gli attacchi di gelosia

Se la donna ha dei meriti, questi possono attutire o rinviare l’impatto della punizione?

E se i meriti sono tali da bloccare la sanzione?

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