martedì 15 giugno 2021

Un pentagramma ebraico (2/6)


Torah

La Torah è l’insegnamento o istruzione di Dio a Israele. Quando la si intende solo come legge, a causa della traduzione in greco nomos, si rischia di fraintenderla. La Torah è poliedrica e quello legislativo è solo un aspetto della sua natura. Altri aspetti sono il mito, il romanzo storico, la novella, la cronaca, la preghiera, la poesia. Torah è un termine polisemico. In senso stretto indica i primi cinque libri della Bibbia: Genesi Esodo Levitico Numeri Deuteronomio. Tali libri sono definiti in greco con il termine Pentateuco che indica cinque teche o astucci. In senso proprio il termine Torah indica la Bibbia ebraica corrispondente all’incirca all’Antico Testamento della Bibbia cattolica. A fare la differenza sono i libri di Giuditta, Tobia, dei Maccabei, la Sapienza, il Siracide, di Baruc e altri frammenti che compaiono solo nella Bibbia cattolica. Infine in senso ampio la Torah orale è l’interpretazione delle Scritture secondo la tradizione. Il Talmud, la tradizione scritta di Israele, sostiene che tutto ciò che uno studente diligente dell’ebraismo può affermare era già stato rivelato a Mosè sul monte Sinai.

La Torah ha due importanti caratteristiche. Anzitutto esisteva, in dimensione cosmica, ben prima dell’evento del Sinai, come Sapienza compagna di Dio nella creazione del mondo. Un midrash, cioè un’interpretazione rabbinica della Bibbia, afferma che Dio guardò nella Torah per creare il mondo. La seconda caratteristica è che la Torah ha 70 volti o significati, ovvero l’interpretazione della Torah può dar luogo a molteplici letture. Ciò comunemente preserva l’ebraismo dal fondamentalismo inteso come interpretazione unica e letterale del testo. Sinonimo di Torah è Tanakh, un acronimo che indica le tre sezioni della Bibbia ebraica in ordine d’importanza: Torah, Nevi’im (profeti) e Ketuvim (scritti). I Nevi’im sono suddivisi in profeti anteriori e posteriori. I primi corrispondono all’incirca ai libri storici cristiani. I secondi sono Isaia, Geremia, Ezechiele e altri dodici profeti “minori” tra cui Giona. La suddivisione tra profeti maggiori e minori non riguarda l’autorevolezza dell’autore considerato, quanto piuttosto la lunghezza dei relativi testi. I Ketuvim sono definiti in greco agiografi, cioè scritti sacri, e comprendono, tra gli altri, i Salmi e Giobbe. La Torah è già definita all’epoca del secondo tempio (450 a.C.) e contiene testi poetici molto antichi (1000 a.C.) come la cantica del mare (Esodo 15) e il canto di Debora (Giudici 5). La fissazione del canone avviene tuttavia nel II secolo d.C.

L’evento principale narrato dal Tanakh è la liberazione d’Israele, il più piccolo tra i popoli (Deuteronomio 7,7), dalla schiavitù d’Egitto, la più grande potenza dell’epoca. Nella Bibbia l’Egitto è chiamato Mitzra’im ovvero stretto. Chi l’ha sorvolato in aereo ne comprende il perché. L’Egitto è una lunga striscia fertile che attornia il Nilo, oltre la quale c’è il deserto. Nei secoli a seguire gli ebrei hanno vissuto in pace per molti secoli in Egitto. Viceversa hanno fatto esperienza di ristrettezza in Spagna, Germania, Marocco, Russia e altrove.

Quello che segue è un brano dal libro del Deuteronomio. Le espressioni ebraiche, riprese altrove in questo saggio, sono solo un esempio della pronuncia di alcuni termini o espressioni particolarmente significativi: “Tu infatti sei un popolo consacrato (‘am qadosh) al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto (bachar) per essere il suo popolo privilegiato (‘am segullah, tradotto dai rabbini: possesso particolare) fra tutti i popoli (miccol ha ’ammim) che sono sulla terra. Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi (lo merubbechem) di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo (hame’àt, tradotto dai rabbini: meno numerosi) di tutti i popoli -, ma perché il Signore vi ama (me’ahavat) e perché ha voluto mantenere il giuramento (‘et-hasshevu’ah) fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatti uscire (hotzi'} con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re di Egitto (Mitzrà’im)” (Deuteronomio 7,6-8)

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