Yasuko, la moglie di Shingo, ogni giorno leggeva i giornali. Li conservava e ogni tanto li ripassava. Non ricordava perciò quando l’articolo era stato pubblicato. Era rimasta colpita dall’elogio funebre scritto da un pittore per la morte di una pittrice. Entrambi gli artisti dipingevano ritratti femminili. Da venti a settantacinque anni la pittrice aveva sempre raccolto i lunghi capelli sulla nuca con un pettine. L'articolo osservava piuttosto che una donna, nel corso della sua vita, cambia molte volte il modo di pettinarsi. Così avrebbe dovuto fare Fusako, figlia di Yasuko, ora che il marito la stava lasciando.
Shuichi, il fìglio di Shingo, stava pensando alla vita di suo padre. Se fosse stata un successo o un fallimento. Shingo non riusciva proprio a comprendere il significato di una tale domanda. Riteneva che la vita di un uomo comune si riducesse all'incontro con i cibi della festa del primo dell'anno. In quell'occasione poteva ricordare le persone morte nell'anno passato. La sua vita poteva così dirsi un successo. Anzi pareva persino che quelle specialità avessero quest'anno ripreso il gusto di prima della guerra.
Fusako, la figlia di Shingo, era tornata a casa da due mesi. Va bene così, aveva detto Shingo, almeno è una buona occasione per prendere una decisione. Toccava a lui prenderla. Dopo tanto tempo tuttavia non l'aveva ancora presa. Indecente. La segretaria di Shingo era fidanzata con un ragazzo morto in guerra. Shuichi, che lavorava nello stesso ufficio del padre, la definiva mezza vedova. Yasuko provocò Shingo: se Tanizaki è una mezza vedova, nostra figlia Fusako è una mezza divorziata? Ma neppure cosi riuscì a smuoverlo.
Kikuko, la nuora di Shingo, dietro una seducente maschera muoveva il viso in ogni direzione. Shingo provava una violenta sofferenza. Solo il mento di Kikuko sporgeva dalla seducente maschera. Sulla punta del mento le lacrime stillavano formando tre righe. Quando sarai divisa da Shuichi, disse Shingo, potrai insegnare la cerimonia del tè. Quando sarò divisa da lui, rispose Kikuko, rimarrò con te e farò l'insegnante della cerimonia del tè.
Nei sogni erotici di Shingo comparivano sempre donne di poco conto. Non temeva forse persino nei sogni l'accusa moralistica di adulterio? E la ragazza dell'ultimo sogno non era forse una trasposizione di Kikuko? Lette le prime righe, Fusako aveva stracciato il giornale; scagliandolo in aria, poi aveva continuato a strappare pezzi e a scaraventarli dappertutto. Aihara, il marito di Fusako, aveva davvero tentato il suicidio? E Shingo non aveva ancora inviato l'esposto di divorzio?
Una tumultuosa vita interiore lascia scivolare via gli avvenimenti. Il suono della montagna, come un vento lontano o un rimbombo della terra, incita Shingo a riconoscere il momento cruciale e lo spinge a una decisione.
Un romanzo del 1949 che fece di Yasunari Kawabata il primo giapponese premio Nobel per la letteratura nel 1968.
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