venerdì 25 giugno 2021

Gesù nel vangelo di Marco (3/6)

 

Il Vangelo di Marco è teologia, parole su Dio, fatta a partire dalla tradizione su Gesù. Con Marco il Vangelo diviene un genere letterario, come la poesia, la prosa, la narrativa, meglio come il poema, il saggio, il romanzo. Lo stile di Marco ricorda da vicino le biografie greco-romane. Questo fa pensare che la comunità di Marco sia a prevalenza gentile.

D’altro canto il Vangelo di Marco contiene una chiamata alla sequela del Cristo. Il titolo di “figlio di Dio” include il Vangelo dal prologo alla croce:

1:1 Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.

15: 39 Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».

La missione degli apostoli è portare ovunque la buona novella, l’annuncio di gioia connesso alla persona di Gesù:

1:17 Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini».

16:20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.

Quindi la comunità di Marco è gentile, include ima componente ebraica ed è, ovviamente, cristiana.

Il Vangelo di Marco è scritto in un greco ben padroneggiato da un autore di lingua madre aramaica. In un linguaggio quotidiano, crudo persino, che Matteo e Luca correggeranno.

A partire dalla passione che è un quinto, quello topico, dell’intera opera. Utilizzando fonti premarciane quali le controversie (capp. 2-3), le parabole (cap. 4) e i miracoli (capp. 4-6).

Il risultato è un Vangelo breve, il più povero di discorsi e insegnamenti, che non comprende il discorso della montagna, le beatitudini, il padre nostro. Gli stralci più ampi sono il discorso parabolico (cap. 4) e il volantino apocalittico (cap. 13)

La geografia è teologia. Nella prima parte Gesù attraversa la Galilea annunciando il Regno con parole e opere. Nella seconda le genti, ebrei, greci e siri, camminano incontro a Gesù. Nella terza parte Gesù si dirige a Gerusalemme e i discepoli sono con lui. Un cammino che lambisce il tempio e si chiude nel sepolcro.

Un racconto plastico, colorito, particolareggiato, tutto al presente. La teologia sottesa è solo apparentemente semplice, fatta com’è di chiaroscuri, tensioni, contrasti. Il finale di Marco è la tomba vuota, le apparizioni (cap. 16) sono un’aggiunta posteriore, secondo una pedagogia dello scandalo.

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