mercoledì 23 giugno 2021

Gesù nel vangelo di Marco (1/6)

 

I manoscritti non recano alcuna firma. L’autore del secondo Vangelo della Bibbia è dunque anonimo.

Dal testo del Vangelo si deduce che non è un apostolo e neppure un discepolo proveniente dalla Galilea. Tuttavia da come spiega usi liturgici, costumi e termini comuni in Palestina, è con ogni probabilità giudeo:

7:18 E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, 19 perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.

12:16 Ed essi glielo portarono. Allora disse loro; «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». 17 Gesù disse loro: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». E rimasero ammirati di lui.

3:17 poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono;

5:41 Presa la mano della bambina, le disse: «Talita kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».

7:11 Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre; è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, 12 non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, 13 annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi.

7:33 E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».

Dovrebbe quindi essere un giudeo-cristiano.

Nella tradizione cristiana due testimoni parlano di lui come di un discepolo dell’apostolo Pietro. Il primo è Papia, vescovo di Hierapolis, l’attuale Pamukkale in Turchia, vissuto tra il 70 e il 130. L’altro è Giustino, l’autore del Dialogo con Trifone, il primo colloquio ebraico-cristiano che la letteratura conosca, nato all’inizio del secondo secolo e morto martire a Roma verso il 165.

Nelle Scritture cristiane troviamo alcuni riscontri. Pietro, da Roma, scrivendo ai cristiani delle cinque province romane dell’Asia Minore parla di Marco:

1 Pietro 5:13 Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio.

Paolo di Tarso nomina più volte Marco tra i suoi collaboratori:

Filemone 1:23 Ti saluta Epafra, mio compagno di prigionia per Cristo Gesù, 24 con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori.

Colossesi 4:10 Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni - se verrà da voi, fategli buona accoglienza -11 e Gesù, chiamato Giusto.

1 Timoteo 4:11 Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero.

L’evangelista Luca nomina anche un certo Giovanni detto Marco compagno dissenziente di Paolo:

Atti 12:12 Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera.

Atti 12:25 Barnaba e Saulo poi, compiuta la loro missione, tornarono da Gerusalemme prendendo con loro Giovanni, detto anche Marco.

Atti 15:37 Barnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco, 38 ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera. 39 II dissenso fu tale che si separarono l’uno dall'altro; Barnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. 40 Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore.

Gli esegeti affermano che Marco potrebbe esse un ebreo la cui famiglia, influenzata dalla cultura greca, accoglie la testimonianza di Pietro. L’autore sarebbe dunque un giudeo-cristiano ellenistico.

In tempi più recenti gli esegeti hanno anche formulato l’ipotesi che l’autore del Vangelo sia il giovanetto che fugge nudo all’arresto di Gesù:

14:50 Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. 51 Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. 52 Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.

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