mercoledì 30 giugno 2021

Gesù secondo alcuni ebrei (1/4)

 


Un approccio storico di analisi della relazione ebrei/Gesù può essere suddiviso in quattro momenti: i primi due secoli dopo la nascita di Gesù, il periodo della Mishnà e del Talmud (secc. III-XI), quello della Chiesa trionfante e trionfalistica (secc. XII-XVIII) e il periodo degli studi critici (sec. XX).

I primi due secoli dopo la nascita di Gesù

Giuseppe Flavio — sacerdote ebreo — durante la rivolta ebraica del 67 d.C. passò dalla parte dei romani – pensava infatti che il vero Messia fosse l’imperatore romano Vespasiano

“Ci fu poi verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure si può chiamarlo uomo: operava infatti azioni straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità. E attirò a sé molti giudei e molti anche tra i greci. Egli era il Messia (il “Cristo”). E dopo che Pilato, per denuncia degli uomini principali tra noi, lo ebbe punito di croce, non cessarono coloro che sin da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve a loro il terzo giorno, nuovamente vivo, avendo già detto i divini profeti queste e migliaia di altre cose meravigliose intorno a lui. E ancora adesso non è venuta meno la tribù di coloro che, da lui, hanno ricevuto il nome di cristiani” (Antichità giudaiche).

Il periodo della Mishnà e del Talmud (secc. III-XI)

“Anche se ha peccato, resta pur sempre un ebreo” (Sanhedrin 44b) - “Un bastardo di una adultera” (Yebamot IV,3; 49a) - “Il suo nome era Jeshua di Nazaret” (Avodà Zarà 16b) - abbreviato in Jeshù: senza la “ain” perde il significato di “salvatore” - acrostico della frase biblica “Jimàch shemò we zikrò” ovvero “che il suo nome e la sua memoria siano cancellati” (Salmo 109,13 e Deuteronomio 9,14)

“Praticò la stregoneria e la seduzione e conduceva Israele per un cammino sbagliato; si burlò delle parole dei savi e commentò la scrittura come i farisei; ebbe cinque discepoli; disse che non era venuto ad abrogare niente della Legge né ad aggiungere niente; fu appeso a un legno come falso maestro e seduttore, in vigilia di Pasqua; i suoi discepoli curavano malattie in suo nome” (Shabbat 116)

“Durante i quaranta giorni prima della crocifissione un araldo proclamò che doveva essere giustiziato, in modo che chi volesse potesse parlare in suo favore; ma nessuno si presentò e fu appeso la vigilia di Pasqua; non esisteva nessuna sicurezza che a Gesù spettasse una parte del mondo avvenire” (Sanhedrin 43a).

martedì 29 giugno 2021


Strana parabola quella di Steven Demetre Georgiou. Quasi il sogno di una notte di mezza estate. Nasce a Londra il 21 luglio 1948. Il padre è un immigrato greco di Cipro. La madre è inglese di origini svedesi. Gestiscono un ristorante nel cuore del West End. Vita notturna all’ombra della luna. Steven è l’ultimo di tre figli e fin da piccolo si distingue per vitalità artistica. Cresce servendo ai tavoli, dipingendo e ascoltando musica, da Nina Simone a Buddy Holly, da Little Richard a Leadbelly. Dagli States arriva in Europa il rock’n’roll. La prima volta che i Beatles raggiungono la vetta della classifica Steven riceve in regalo dal padre una chitarra. Comincia così, in modo classico, la carriera di un folksinger che lascerà il segno nelle cronache e nel cuore di molti appassionati.

Il successo arriva subito con un paio di dischi ben integrati nello star system dell’epoca. Poi gli anni ’60 volgono al termine e il mito del festival di Woodstock comincia a sgretolarsi. Nello stesso anno muoiono Janis Joplin, Jimi Hendrix e un ragazzo di colore per mano degli addetti alla sicurezza durante un concerto dei Rolling Stones. Qualche anno prima un esasperato Bob Dylan si congeda da rockstar per un incidente di motocicletta. Cat Stevens si ammala di tubercolosi e in ospedale ascolta Bach. Quando riprende a suonare predilige l’acustica. Infila tre dischi che contengono canzoni che il grande pubblico conosce ancora oggi: Father and son e Wild world su tutte. La sua è una poetica del disagio (“l’ombra della luna”) e della responsabilità (“dove giocheranno i bambini?”) per una società che evolve troppo rapidamente a discapito dei più deboli.

La crisi esistenziale comincia a riflettersi sulla vena artistica. Sorge l’esigenza di un percorso spirituale (“Budda e la scatola del cioccolato”). Nel 1978 il fratello torna da Gerusalemme con un Corano e Steven diviene musulmano. Il suo nome cambia ancora e diventa Yusuf Islam. Nella sua radicalità di neoconvertito Yusuf abbandona la musica. Sposa Fawzia Ali nella moschea di Regent’s Park a Londra. Grazie a Dio, è proprio il caso di dirlo, sarà uno dei suoi figli a riportare a casa un vecchio disco dei padre. Tre anni fa Yusuf torna con il bellissimo disco An Other Cup. Un disco che parla di Dio, di pace, dell’oceano nel quale Cat Stevens ha rischiato di morire, della possibilità di continuare a essere insieme il “gatto” tanto amato dai suoi vecchi fans e il credente in Allah e nel suo profeta.

lunedì 28 giugno 2021

Gesù nel vangelo di Marco (6/6)

 

Il Messia d’Israele è tuttavia anche il figlio dell’uomo, della stirpe di Adamo, di poco inferiore a Dio, che invoca lo Spirito e viene sulle nubi:

Genesi 2:4b Quando il Signore Dio fece la terrà e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo 7 allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.

Salmo 8:6 Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, / di gloria e di onore lo hai coronato: / 7 gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, / tutto hai posto sotto i suoi piedi;

Ezechiele 1:1 Mi disse: «Figlio dell'uomo, alzati, ti voglio parlare». 2 Ciò detto, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava.

Ezechiele 3:12 Allora uno spirito mi sollevò e dietro a me udii un grande fragore: «Benedetta la gloria del Signore dal luogo della sua dimora!».

Daniele 7: 3 Guardando ancora nelle visioni notturne, / ecco apparire, sulle nubi del cielo, / uno, simile ad un figlio di uomo; / giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, / 14 che gli diede potere, gloria e regno; / tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; / il suo potere è un potere eterno, / che non tramonta mai, e il suo regno è tale / che non sarà mai distrutto.

Il segreto messianico è il nucleo dell’evangelo di Marco. Gesù ordina di tacere ai demoni e ai discepoli:

1:34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

8:30 E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.

9:9 Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti.

Solo alla luce di morte e risurrezione di Gesù il segreto Messia viene svelato. La croce è la chiave della rivelazione di Dio in Gesù. Una croce che include il Vangelo di Marco. La decisione di uccidere Gesù c’è già in Galilea:

3:6 E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

15:25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.

Il discorso della montagna (Matteo 5) di Gesù di Nazaret

  LE BEATITUDINI (PREMESSA ALLE SUPERTESI) Il rotolo di Qumran 4Q525 2 II, 1-6 ha 9 beatitudini, di cui solo le ultime 5 sono conserva...