lunedì 31 maggio 2021

Le tre religioni di Abramo (4/5)


La considerazione dei diritti dell’uomo

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) nata dalla rivoluzione francese ha come humus l’illuminismo dei ceti dirigenti europei tendenzialmente contrario alle chiese storiche e teso al progresso della ragione da realizzarsi con la scienza e la tecnica.

Questa etica comune, non viene imposta dall’alto dalla ragione, ma si trova già dentro le religioni. La regola d’oro: “Non fare agli altri ciò non vuoi sia fatto a te” è una massima che, variamente espressa, è comune a tutte le grandi religioni dell’umanità. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è invece il risultato di una ragione occidentale forte che non regge al pluralismo delle culture. Gli stati islamici hanno sentito il bisogno di scrivere una dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo.

L’opposizione decisa della chiesa cattolica si protrae per un secolo e solo con Pio XI e XII — nella sostanza - e i papi successivi - nella forma esplicita - avviene il cambiamento. Dalla conferenza di Helsinki (1975) la chiesa cattolica si fa portatrice dei diritti dell’uomo a livello internazionale.

“Nel corso dei secoli si è sviluppata un'Europa caratterizzata sul piano religioso e culturale prevalentemente dal cristianesimo. Nel contempo, a causa delle deficienze dei cristiani, si è diffuso molto male in Europa ed al di là dei suoi confini. Confessiamo la nostra corresponsabilità in tale colpa e ne chiediamo perdono a Dio e alle persone.

La nostra fede ci aiuta ad imparare dal passato e ad impegnarci affinché la fede cristiana e l’amore del prossimo irraggino speranza per la morale e l’etica, per l’educazione e la cultura, per la politica e l’economia in Europa e nel mondo intero.

Le Chiese promuovono una unificazione del continente europeo. Non si può raggiungere l’unità in forma duratura senza valori comuni. Siamo persuasi che l’eredità spirituale del cristianesimo rappresenti una forza ispiratrice arricchente l’Europa. Sul fondamento della nostra fede cristiana ci impegniamo per un’Europa umana e sociale, in cui si facciano valere i diritti umani ed i valori basilari della pace, della giustizia, della libertà, della tolleranza, della partecipazione e della solidarietà. Insistiamo sul rispetto per la vita, sul valore del matrimonio e della famiglia, sull’opzione prioritaria per i poveri, sulla disponibilità al perdono ed in ogni caso sulla misericordia.

In quanto Chiese e comunità internazionali dobbiamo contrastare il pericolo che l’Europa si sviluppi in un Ovest integrato ed un Est disintegrato. Anche il divario Nord-Sud deve essere tenuto in conto. Occorre nel contempo evitare ogni forma di eurocentrismo e rafforzare la responsabilità dell’Europa nei confronti dell’intera umanità, in particolare verso i poveri di tutto il mondo” (KEK- CCEE, Charta Oecumenica. Linee guida per la crescita della collaborazione tra le Chiese in Europa, Strasburgo, 22 aprile 2001).

Il rabbino Sacks riflette anche sull’economia di mercato e sui diritti umani. In epoca recente il capitalismo sfrenato, con milioni di transazioni quotidiane, si è rivelato un pessimo distributore di risorse. Tuttavia, dopo millenni di storia civile, l’umanità non ha trovato strumento migliore per produrre ricchezza. I diritti umani sono un’etica condivisa talmente rarefatta da non incidere concretamente nella vita delle persone. Compito delle religioni mondiali è far crescere l’etica di ogni essere umano facendogli gustare la bontà della differenza.

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