Il rapporto tra religione - società - stato
II cristianesimo è una realtà dinamica e complessa che ha senso solo nel contesto concreto. Già i padri della chiesa discutevano di questo. Alcuni intendevano il cristianesimo come una dottrina (Evagrio Pontico). Altri come una prassi (Gregorio Nissa). Altri ancora come un’energia dinamica che include entrambe le categorie (Crisostomo). Possiamo parlare di cristianesimi?
Guardando alla storia è proprio la pluralità delle confessioni cristiane (cattolici, ortodossi e protestanti) a balzare all’occhio. Nella storia abbiamo avuto esempi di società e di stati cristiani. Ancora oggi la separazione tra chiesa e stato è dato forse acquisito in occidente ma da acquisire in oriente. Le chiese ortodosse hanno spesso pensato la relazione chiesa-stato in termini di “sinfonia”.
Oggi esiste un diffuso “bisogno” religioso delle persone. Anche le società civili, in ogni angolo del mondo, chiedono alle istituzioni religiose, di qualunque credo, dei “valori”. In Italia il cristianesimo, nella sua forma cattolica, prevede un concordato (scuola confessionale, 8 per mille, leggi etiche...) che lo differenzia dalle altre chiese e religioni. Del resto quasi solo le chiese oggi assorbono i conflitti sociali nel nome della “solidarietà”.
Occorre tuttavia riflettere sul cristianesimo. Per i cristiani Gesù è il Messia atteso da Israele ma il suo Regno non è di questo mondo. Fino al 170 d.C. non esistono soldati cristiani e ancora nel 314 i Padri della chiesa giustificano quei credenti che rifiutano di prestare il servizio militare. Nella lettera A Diogneto i primi cristiani si definiscono “stranieri” in questo mondo.
Nel Credo, oltre a Gesù e a Maria, l’unico personaggio storico citato è Pilato. Gesù “patì sotto Ponzio Pilato” andrebbe tradotto dal greco “testimoniò la bella confessione”. Gesù non intraprese una rivoluzione contro il potere romano. Diede la testimonianza di un altro potere e di un’altra logica: quelli di Dio. La diede, a prezzo della vita, non “contro”, ma “davanti” al potere mondano.
La croce di Gesù è un abbraccio all’uomo minacciato dal male. L’etica cristiana non è una morale per tutti. Il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer ha scritto che 1’Etica è la concretezza vissuta del vangelo, il vangelo accompagna le donne e gli uomini nel loro cammino. Il cristiano è invitato dall’evangelo ad accogliere il peccatore che trasgredisce la legge.
Jonathan Sacks, rabbino del Commonwealth e autore del libro “La dignità della differenza”, accetta la sfida del sociologo Samuel Huntington che ha teorizzato lo “scontro di civiltà”. Sacks sostiene che “la civiltà occidentale ha conosciuto cinque culture universaliste: l’antica Grecia, l’antica Roma, la cristianità e l’islam medievali e l’illuminismo”. Tutte queste culture, pur essendo tre secolari e due religiose, estinsero le forme di vita più deboli e ridussero la biodiversità di quel delicato ecosistema che è il mondo. Per questo Sacks intende esorcizzare il fantasma di Platone che, nella “Repubblica”, cercò di investire lo stato delle caratteristiche della religione. Aristotele gli replicò che la politica è lo spazio delle diversità di vedute e di interessi. Uno spazio oggi necessario a livello globale che le religioni, seppure impegnate a superare i conflitti, devono lasciare aperto.
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