mercoledì 7 aprile 2021

Etica ebraica (1/4)


 

Nella Bibbia il fare è centrale. La verità si svela nell’agire umano. Le azioni rivelano le potenzialità e, più sottilmente, anche i desideri dell’essere umano. Alla base dell’etica e della fede ebraiche stanno domande quali: che fare? come comportarsi? La risposta a tali domande viene ricercata nella Torah scritta e orale (halakhah). Jacob Malcki riporta un elenco di passi sul rapporto tra l’essere umano e il suo prossimo: “priorità dell’azione (Esodo 12,46); l’uomo non è solo (Genesi 2,18); la perfezionabilità dell’uomo (Genesi 4,7); la sacralità della vita (Genesi 9,5-6); la solidarietà umana (Genesi 18,20-21); amare lo straniero, l’orfano e la vedova (Esodo 22,20-22; Levitico 19,33-34); amare il nemico (Esodo 23,4-5); amare il prossimo (Levitico 19,18); occhio per occhio, dente per dente (Esodo 21,22-25; Levitico 24,17-21); diritti del salariato (Levitico 19,13); la giustizia (Esodo 23,3; Levitico 19,35; Deuteronomio 1,16-17;16,19); limiti del potere dell’uomo sugli animali (Genesi 9,2; Levitico 7,26; Deuteronomio 12,23); limiti del potere dell’uomo sul regno vegetale (Deuteronomio 20,19-20); amore di Dio l’uomo (Osea 1-2)” (Radici ebraiche dell’etica, in SAE, Questione etica e impegno ecumenico delle Chiese, Dehoniane, Napoli 1986).

La Torah accomuna norme etiche e rituali. Allo stesso modo il giuridico non viene distinto dall’etica e dal rito. Scrive Sergio Quinzio: “L’ebraica religione della halakhah tende coerentemente, nelle sue formulazioni più rigorose, a proibire qualunque indagine che si sforzi di comprendere - in definitiva, dunque di giustificare in base a criteri altri - la ragione della norma imposta da Dio: una specie di proibizione di costruire un’etica” (Radici ebraiche del moderno, Adelphi, Milano 1990). I numerosi precetti ebraici sono tutti tratti dalla Torah. Questo è il loro valore: essere parola di Dio. Nulla a che fare con un eventuale contenuto etico o sociale. Scrive Paolo De Benedetti: “Il rapporto con i precetti è dunque, nello spirito ebraico, qualcosa di assai distante dalla costruzione di un'etica: e piuttosto assimilabile a quello che in linguaggio cristiano si chiamerebbe sacramento o, meno scolasticamente, memoriale” (La spiritualità ebraica, in Aa.Vv., Spirito del Signore e libertà, Morcelliana, Brescia 1982).

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