La vita dell’uomo/donna per gli ebrei è imitazione di Dio. Ecco una parabola del Talmùd (Sotah 14a):
Così come Egli veste gli ignudi - poiché sta scritto (Genesi 3,21): Il Signore Dio fece ad Adamo e alla sua donna tuniche di pelli e li vestì - vesti anche tu gli ignudi. Il Santo, benedetto sia, visitava gli ammalati, poiché sta scritto (Genesi 18,1) dopo la circoncisione di Abramo: E il Signore gli apparve alle Querce di Mambre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda. Così anche tu devi visitare gli ammalati. Il Santo, benedetto sia, consolava i sofferenti, poiché sta scritto (Genesi 25,11): E, dopo la morte di Abramo, Dio benedisse Isacco suo figlio. Così consola anche tu i sofferenti. Il Santo, benedetto sia, ha seppellito i morti, poiché dopo la morte di Mosè si legge (Deuteronomio 34,6): Ed Egli lo seppellì nella valle, nella terra di Moab. Così anche tu dà sepoltura ai morti.
La vita dell’uomo/donna per i cristiani è sequela di Cristo. Vale la visione di Gesù del giudizio finale (Matteo 25,31-46):
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Per ebrei e cristiani il racconto biblico della creazione comprende un modo sbagliato di imitare Dio che è un tentativo di sostituirsi a lui (Genesi 3,1-7).
Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio”.
Nessun commento:
Posta un commento