mercoledì 31 marzo 2021

Sta' in silenzio... La preghiera silenziosa di Mariolina Cornoldi

 

La preghiera cristiana è qui collocata in un triplice orizzonte: Parola (Riforma), Spirito (Ortodossia) e corpo (Oriente). L'attenzione è posta sulla preghiera del terzo tipo, la contemplazione cristiana, pura presenza silenziosa.

La preghiera (dal latino precor = chiedere) nasce da un bisogno e pone in cammino. Ci si sente poveri e dubbiosi, come nella vita, si fa esperienza di fragilità. Si esce da se stessi alla ricerca di quel nome (Isaia 49,16) che sarà infine assegnato a ciascuno (Apocalisse 2,17). Ognuno ha il proprio misterioso cammino. Un esodo, un itinerario, un desiderio (dal latino de sider = dalle stelle) che sente dentro ma che viene da fuori.

Pregare non è parlare, non è tacere, è ascoltare. Anche quando - nella notte - la parola di Dio è silenzio o voce sottile (1 Re 19,12). Fidarsi totalmente e rimanere aperti alle infinite possibilità. Dentro l'essere umano c'è una bontà originale che è il volto di Dio nel profondo, lo Spirito che respira, circola e prega dentro ciascuno.

Nel dialogo interiore le figure di santi e sapienti, persone trasformate e trasformanti, sono modelli realizzati di potenzialità insite in ognuno, maestro interiore (Giovanni 16,7). Lo Spirito si fa sentire davanti alla bellezza o dentro al dolore. Nella scorza si apre una fessura, si manifesta una forza imprevista, emerge l'essere profondo. Nel deserto si avverte una forte presenza.

Nel corpo, nella logica dell'incarnazione, si apre la porta a Dio (Apocalisse 3,20). Simboli, musica e arte possono aiutare. Più che della quantità conta la qualità della preghiera e la perseveranza nell'esercizio. Per l'azione non è tempo perso ma ritrovato. Corpo e anima non sono due realtà indipendenti e antagoniste (dualismo). La carne (in ebraico basàr) è la totalità di corpo, anima e spirito, creata come cosa buona (Genesi 1), collocata nel tempo e nello spazio, capace di relazione. L'essere umano è - non ha - un corpo che va tenuto in considerazione. Occorre amare se stessi attraverso la cura di alimentazione, igiene, riposo, sonno, esercizio fisico.

Pregare seduti su una sedia o uno sgabellino, con schiena eretta, spalle sciolte, occhi semichiusi (sfuocati). Pacificati e rilassati (dal latino relaxare = liberare un prigioniero), coscienti delle sensazioni stabili e immobili (quiete), aderenti alla terra (dal latino humus da cui umiltà). Respirare profondamente, contraendo il ventre, dilatando il torace.

Il simbolo, che tiene insieme due realtà, vale anche per il corpo: la colonna unisce cielo e terra, il bacino è il centro vitale, le mani ricevono (aperte) e unificano (giunte), lo sguardo è una coppa, il respiro (l'ebraica rùach) è Spirito e materia, mettersi in ordine è trovare la propria forma già prigioniera dentro ciascuno. Accogliere le divagazioni dell'immaginazione e saper attendere in pace che si dileguino. Essere presenti significa schiudere la porta all'irruzione (kairòs) del regno  e affinare l’attenzione. Il sacrum tacere di san Benedetto è vivere ogni cosa come sacra.

lunedì 15 marzo 2021

Antropologia biblica (7/7)

 

La vita dell’uomo/donna per gli ebrei è imitazione di Dio. Ecco una parabola del Talmùd (Sotah 14a):

Così come Egli veste gli ignudi - poiché sta scritto (Genesi 3,21): Il Signore Dio fece ad Adamo e alla sua donna tuniche di pelli e li vestì - vesti anche tu gli ignudi. Il Santo, benedetto sia, visitava gli ammalati, poiché sta scritto (Genesi 18,1) dopo la circoncisione di Abramo: E il Signore gli apparve alle Querce di Mambre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda. Così anche tu devi visitare gli ammalati. Il Santo, benedetto sia, consolava i sofferenti, poiché sta scritto (Genesi 25,11): E, dopo la morte di Abramo, Dio benedisse Isacco suo figlio. Così consola anche tu i sofferenti. Il Santo, benedetto sia, ha seppellito i morti, poiché dopo la morte di Mosè si legge (Deuteronomio 34,6): Ed Egli lo seppellì nella valle, nella terra di Moab. Così anche tu dà sepoltura ai morti.

La vita dell’uomo/donna per i cristiani è sequela di Cristo. Vale la visione di Gesù del giudizio finale (Matteo 25,31-46):

Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

Per ebrei e cristiani il racconto biblico della creazione comprende un modo sbagliato di imitare Dio che è un tentativo di sostituirsi a lui (Genesi 3,1-7).

Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio”.

venerdì 12 marzo 2021

Antropologia biblica (6/7)

 

Secondo i rabbini nell’uomo e nella donna convivono due istinti: uno buono e l’altro cattivo. Agostino e poi Calvino pongono l’accento sull’istinto cattivo, arrivando a parlare di umana propensione al peccato e persino di corruzione totale. I protestanti hanno accusato i cattolici di pelagianesimo. Pelagio sosteneva che il peccato originale fu solo di Adamo ed Eva e i discendenti ne dovettero subire le conseguenze. Ad ogni modo si tratta di sfumature. Tra le chiese d’Oriente ha invece prevalso la tricotomia. Scrive Thomas Spidlik (La spiritualità dell’Oriente cristiano. Manuale sistematico. San Paolo, Cinisello Balsamo 1995): “La distinzione tripartita dell’uomo (sòma, psyché, noùs) sembra risalire a Posidonio, ma è comune ad Aristotele e ai peripatetici. E’ nota la formula tricotomica di san Paolo: Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito (pneùma), anima (psiché) e corpo (sòma), si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo (1 Tessalonicesi 5,23). Per Paolo il pneùma non è un elemento fisico dell’anima alla maniera dei filosofi, bensì una comunicazione o dono di Dio”.

Ne deriva che compito del cristiano è vivere secondo lo spirito. Scrive ancora Spidlik: “Poiché lo spirito è come l’anima della nostra anima, vivere secondo lo spirito e obbedire alle sue esigenze sarà la norma suprema della vita cristiana. Se noi soddisfiamo le esigenze dello spirito, esse ci insegnano come armonizzare tra loro le altre esigenze, e cosi le soddisfazioni delle esigenze dell’anima e di quelle del corpo non sono in contraddizione con la vita spirituale, ma piuttosto cooperano alla sua attività. Ne risulta la perfetta armonia di tutti i movimenti e di tutti gli atteggiamenti, dei pensieri, dei sentimenti, dei desideri, delle intenzioni, delle impressioni e dei piaceri. E’ il paradiso! (Teofane il recluso). Del resto l’anima è un pronome riflessivo nei salmi”.
La persona umana non ha nefeš, ma è nefeš (vivente) e vive come tale.

Il discorso della montagna (Matteo 5) di Gesù di Nazaret

  LE BEATITUDINI (PREMESSA ALLE SUPERTESI) Il rotolo di Qumran 4Q525 2 II, 1-6 ha 9 beatitudini, di cui solo le ultime 5 sono conserva...