martedì 23 febbraio 2021

Antropologia biblica (3/7)

Che ne è dell’uomo/donna? Qual è il suo destino dopo la morte? Immortalità dell’anima o resurrezione dei morti (Oscar Cullmann, Paideia)? Bibbia e filosofia greca non concordano. Scrive Thomas Spidlik (La spiritualità dell’Oriente cristiano, San Paolo): "La filosofia greca rappresenta l’uomo come un microcosmo, punto d’incontro dei due mondi, spirituale e materiale, e si propone di analizzarlo. La concezione sintetica della Bibbia è diversa: l’uomo si esprime tutto intero nei suoi diversi aspetti, è anima in quanto è animato dallo spirito di vita, la sua carne mostra che è una creatura peritura, lo spirito sta a indicare la sua apertura a Dio, il corpo infine lo rivela all’esterno. Nel corso della storia l’uomo si comporta poi ora da peccatore, ora da uomo nuovo, da uomo terrestre e da uomo celeste".

Sul destino dell’uomo ebraismo e cristianesimo non concordano. Scrive Gershom Scholem (Concetti fondamentali dell’ebraismo, Marietti): "In tutte le sue forme e costruzioni, l’ebraismo si è sempre attenuto a un concetto di redenzione come evento pubblico che si compie sulla scena della storia e nel cuore della comunità. Insomma, come evento che si produce essenzialmente nel mondo visibile. Al contrario, il cristianesimo concepisce la redenzione come evento che accade nell’ambito dello spirituale e dell’invisibile: come un accadimento che si produce nell’anima, nell’universo del singolo, inducendo una misteriosa trasformazione interiore".

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