giovedì 13 febbraio 2020

Strage di Bologna



Si è chiusa l’inchiesta sui mandanti della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Alle 10.25 una bomba fece saltare in aria un treno fermo sul primo binario e squarciò le mura della stazione centrale. Un attentato terroristico dell’estrema destra (Avanguardia Nazionale e Nuclei Armati Rivoluzionari) per la “strategia della tensione”. Ci furono 85 morti e 200 feriti. Sono stati condannati come esecutori Valerio “Giusva” Fioravanti (libero dal 2009 dopo 26 anni di carcere), la sua compagna Francesca Mambro (libera dal 2013 dopo 16 anni di carcere) e Luigi Ciavardini (dal 2009 in semilibertà). A questi di recente si sono aggiunti Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo, e Paolo Bellini. Ora si attende l’apertura del processo contro i mandanti. Tra questi Licio Gelli, imprenditore che legò servizi segreti e gruppi neofascisti, e Umberto Ortolani, entrami appartenenti alla loggia massonica P2 e finanziatori della strage. Inoltre Federico Umberto D’Amato, direttore di un ufficio del Ministero dell’Interno, e Mario Tedeschi, entrambi organizzatori della strage e attivi nel depistaggio delle indagini. Inoltre altri accusati di depistaggio sono l’ex ufficiale del Sisde (servizi segreti) Quintino Spella e l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage, è soddisfatto perché è stata smentita la falsa ipotesi dei terroristi palestinesi. Si rammarica invece perché il processo arriva troppo tardi: infatti nessuno dei mandanti è ancora in vita.

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