mercoledì 5 febbraio 2020

Rifiuti urbani



Dopo 6 anni di decrescita, nel 2018 la produzione nazionale dei rifiuti urbani torna a crescere, superando i 30milioni di tonnellate. Quasi 500kg all’anno per abitante. Lo dice il Rapporto rifiuti urbani dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ente pubblico per la tutela delle acque, dell’ambiente, del suolo e della biodiversità marina e terrestre. Cresce la raccolta differenziata (58%), ma solo 7 regioni su 20 raggiungono l’obiettivo previsto dalle norme europee (65%): Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Sardegna e Friuli Venezia Giulia. Un miglioramento importante lo fanno registrare Sicilia, Molise, Calabria e Puglia, anche se rimangono agli ultimi posti a livello nazionale. Gli impianti di gestione dei rifiuti urbani in Italia sono 646, di cui più della metà al nord (353), pochi al sud (174) e meno ancora al centro (119). Nelle discariche finiscono 6,5milioni di tonnellate di rifiuti italiani. Solo 5,6milioni vengono bruciati. Gli inceneritori sono solo 38 e il 70% è in Lombardia e in Emilia Romagna. La Campania porta fuori regione 487mila tonnellate di rifiuti (la metà in Veneto). Il Lazio ne porta 270mila (la metà in Friuli Venezia Giulia). Per questo il costo annuale per persona è di 208€ al centro, 186€ al sud e 154€ al nord.

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