lunedì 10 febbraio 2020

Africa contesa



Quasi la metà dell’Africa faceva parte dell’impero coloniale francese. Ancora oggi sono molti gli stati africani in cui si parla la lingua francese. La Francia ha ancora notevoli interessi in Africa. Le miniere di uranio in Niger alimentano le sue centrali nucleari. L’azienda Total estrae in Africa un terzo della sua produzione mondiale di petrolio. Anche la regione desertica del Sahel (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad) faceva parte delle colonie francesi in Africa. Per mantenere questi interessi la Francia negli ultimi 50 anni ha compiuto 50 interventi militari ufficiali. Come reazione i gruppi terroristici (Jihad, Al Qaeda, Boko Aram etc.) sono moltiplicati. La Francia ha ancora l’appoggio dei governi, ma in Mali, Niger e Ciad la bilancia pende in favore dei jihadisti. Alcuni Paesi europei hanno offerto aiuto alla Francia. In questo scenario si è inserita di prepotenza la Russia. Nel 2017 la Russia ha consegnato elicotteri d’attacco al Mali e ora ha inviato in Africa militari per la manutenzione e per l’addestramento dei piloti. La Russia possiede un canale televisivo in lingua francese. Inoltre ha inviato uomini della società militare privata Wagner pagati 4.000 dollari al mese. In Libia supportano l’offensiva di Haftar contro il governo, ma sono gli stessi che combattono anche in Siria e nella regione del Donbass in Ucraina. Obiettivo è prendere il posto della Francia in Centro Africa.

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