mercoledì 15 gennaio 2020

Banche da salvare?



La Banca Popolare di Bari è commissariata dalla Banca d’Italia per cattiva gestione finanziaria e per i troppi crediti deteriorati (soldi prestati e non più recuperabili). Il salvataggio costerà un miliardo di euro che si aggiunge a quelli già spesi per salvare banche. Soldi provenienti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi e dal Microcredito centrale. Tutto è iniziato nel 2015 con le piccole banche CariChieti, CariFerrara, Banca Marche ed Etruria (5 miliardi), nel 2016 il Monte Paschi di Siena (5 miliardi), altri 6 miliardi per Banca Intesa. Dal 2016, in caso di fallimento di una banca, a coprire le perdite sono azionisti (con la svalutazione dei loro titoli), obbligazionisti (con un decremento delle loro cedole) e correntisti sopra i 100mila euro. I titolari di conto corrente e conto deposito sotto i 100mila euro possono ritirare capitali e interessi quando vogliono. Una banca commissariata da Banca d’Italia viene amministrata da uno o più commissari straordinari, che hanno il rango di pubblici ufficiali, e da un comitato di sorveglianza. Non è detto che si arrivi al fallimento: la Carige (Cassa di risparmio di Genova), commissariata un anno fa, sta per tornare in Borsa dopo un aumento di capitale. Sulla Banca Popolare di Bari sono stati aperti 7 fascicoli di indagine senza, al momento, indagati né ipotesi di reato.

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