martedì 28 gennaio 2020

Alta velocità



L’alta velocità ferroviaria in Italia è un successo industriale e commerciale. A 10 anni dal debutto il monopolista pubblico delle Ferrovie dello Stato ha smesso di boicottare Italo. Spostarsi tra Milano e Torino o tra Roma e Napoli è diventato più facile che arrivare in centro dall’hinterland (periferia diffusa) di una grande città. La Roma-Milano consente un’operatività andata e ritorno in giornata. Con Frecciarossa e Italo si riesce a conciliare tempi lavorativi e familiari. Da Roma a Milano partono quasi 100 treni veloci al giorno (uno ogni 10 minuti). Sulle medie distanze il treno ha vinto la sfida con l’aereo. Inoltre ha ridotto le emissioni nocive e fatto bene all’ambiente. Ma per ragioni finanziarie ed ecologiche la rete ad alta velocità non si può estendere più di tanto. Così l’Italia è diventato un paese a 2 velocità. Fuori dalla rete dei 300 km orari ci sono l’intero Meridione da Salerno in giù, la linea adriatica e quella tirrenica, le trasversali est-ovest. Da Ancona per Trieste bisogna cambiare tre treni e ci vogliono 6 ore. Da Grosseto ad Ancona 7 ore, da Napoli a Pescara 6, il doppio che in auto. Da Reggio Calabria a Bari solo 3 treni e più di 8 ore. Per non parlare delle piccole odissee quotidiane dei pendolari. Chi non può permettersi l’alta velocità (i giovani ad esempio) viaggia di notte in autobus con Flixbus. Oppure in autostop con l’app Blablacar. Servono investimenti statali nelle reti ferroviarie minori.

Nessun commento:

Posta un commento

Il discorso della montagna (Matteo 5) di Gesù di Nazaret

  LE BEATITUDINI (PREMESSA ALLE SUPERTESI) Il rotolo di Qumran 4Q525 2 II, 1-6 ha 9 beatitudini, di cui solo le ultime 5 sono conserva...