Pluralismo religioso

Dunque ecco un po' di numeri sul pluralismo religioso.
La principale fonte di tale fenomeno è l'immigrazione.
In Italia ci sono circa 5 milioni di residenti stranieri, di cui: 1,5 milioni di cristiani ortodossi; 1,5 milioni di musulmani, 1 milione di cattolici, 340.000 praticanti le religioni orientali (buddhisti, induisti, sikh e altri), 250.000 evangelici, 220.000 atei e agnostici.
Nel frattempo alcuni immigrati sono diventati cittadini italiani e perciò le cifre riportate sopra vanno aumentate del 20% circa.  Quindi ortodossi e musulmani raggiungono i 2 milioni. A questi vanno aggiunti gli italiani che si sono convertiti ad altra religione, ma qui la questione si complica, perché l'appartenenza religiosa è un dato sensibile (e dunque non scritto). Certo le conversioni, in particolar modo per ragioni matrimoniali, non mancano.
Gli ortodossi provengono principalmente dall'Est Europa e dall'Egitto, mentre i cattolici dalle Filippine, dalla Polonia e dalla Romania. La maggior parte dei musulmani sono africani (sopratutto Marocco, ma anche Egitto, Tunisia e Senegal), ma non mancano gli europei (Albania) e gli asiatici (Bangladesh e Pakistan).

Nella diocesi di Milano i cristiani stranieri sono 370.000, di cui 230.000 cattolici, con una proporzione opposta al dato nazionale.  I musulmani sono 270.000, i buddhisti 30.000, gli atei e gli agnostici 60.000 e i fedeli di altre religioni 10.000.
Negli ultimi 10 anni le dispense e licenze della chiesa ambrosiana per matrimoni con cristiani di altre chiese, fedeli di altre religioni e non credenti, sono state oltre 2.500. La maggior parte con ortodossi (oltre 1.100) e non credenti (quasi 1.000). In particolare gli ortodossi sono soprattutto appartenenti alla chiesa russa (Russia, Bielorussia, Kazakhistan, Lettonia, Moldavia, Ucraina, Uzbekistan, Lituania, Estonia) o romena. Gli evangelici, meno di 1 su 5 rispetto agli ortodossi, sono soprattutto luterani e anglicani. I matrimoni con fedeli di altre religioni sono il 7% del totale e quelli con musulmani sono all'incirca la metà di questo 7%. Anche se questi dati non tengono conto della clandestinità e del sommerso.