Cara Chiara,
ho conosciuto te e Berna[1] all’inizio degli anni Novanta. Dall’Enaip[2] ero distaccato alla sede milanese del Ceep[3]. Con il Sinodo 47°, voluto da Carlo Maria Martini, era nato da poco l’ufficio ecumenico diocesano. Quando cominciai a collaborare con Gianfranco[4], tu eri già al suo fianco come volontaria del Sae[5].
Quando ho iniziato a ricevere laici impegnati nella pastorale ecumenica, mi hai ceduto il tuo ufficio. Quando l’Arcidiocesi mi ha assunto, mi hai rubato il lavoro di segreteria, pur di lasciarmi tempo per i corsi di formazione. Ti ricordo felice nel ricevere i gruppi di lavoro che si riunivano presso l’ufficio. Quanto amavi intrattenerti con PdB e Ada[6], sempre in anticipo agli incontri di Teshuvà[7]!
Quando le mie bimbe venivano in ufficio, le portavi in piazza S. Carlo a mangiare il gelato e in via Carroccio, dove abitavi con Berna. Micol era affascinata dagli scaffali colmi di libri dai caratteri strani[8]. Solo il mese scorso ti sei offerta di ospitare Rebecca per degli studi in città, recuperando dalla cantina il letto di Berna.
Amavi raccontarmi del Sae, di Elena e Gioachino[9], degli incontri alle sessioni estive alla Mendola. Mi tenevi informato sulle attività del gruppo milanese, non facendomi mancare i commenti critici. Regolarmente mi portavi in ufficio gli atti delle sessioni curati da Clara[10]. Mi hai sconsigliato, visto il mio ruolo in diocesi, di diventare socio del Sae. L’ho fatto solo in anni recenti, a seguito della ristrutturazione dell’ufficio. Con il trasloco da piazza Fontana a via S. Antonio, acquistammo una collega preziosa[11], ma cominciò un periodo difficile. Ricordo ancora il pranzo sontuoso che ci preparasti via Carroccio per consolarci.
Mi segnalavi gli appuntamenti di dialogo cittadini e mi invitavi ogni anno alla Tenda del silenzio[12]. Per Pasqua e Natale arrivavi in ufficio con il vino[13]. Partecipavi alle presentazioni nella tua libreria prediletta[14], mi regalavi quei libri e volevi che li leggessi per discuterne assieme.
Quando ti sei decisa a raccontarmi del periodo vissuto a Firenze negli anni Sessanta, parlandomi di don Divo[15], sei diventata l’esempio di un monachesimo cristiano vissuto nel mondo. Il Concilio[16] ha dato frutti sorprendenti, ma è stato anticipato da persone audaci, soprattutto donne. Tra queste anche tu che, come Berna e due Marie[17], hai dedicato l’intera vita al dialogo interconfessionale e interreligioso.
Nel tuo cassetto in ufficio hai lasciato poco o nulla. Un paio di occhiali dimenticati nella fretta di recarti a qualche incontro. I volantini delle Spuc[18], della memoria di Assisi[19], della Lep in S. Gottardo[20], dei 17 gennaio all’Ambrosianeum e al tempio di via Guastalla[21]. Ti rivedo ancora, infreddolita ma indomita, regolare gli accessi in sinagoga per la preghiera di Arvit[22].
Nella cartella del tuo pc, che hai utilizzato fino all’ultimo, ho trovato i file di un libretto commemorativo di Berna, dell’omelia di Martini per la nascita del Cccm[23], di un sermone di Dorothée e di una relazione di padre Traian[24], del volantino della presentazione di un dizionario hindu-cristiano alla Claudiana[25].
Grazie di tutto Chiara.
Ci mancherai.
[1] Elvira Bernareggi, islamista
[2] Ente Acli Istruzione Professionale
[3] Centro ecumenico europeo per la pace, con una sede anche a Motta di Campodolcino (SO)
[4] Mons. Gianfranco Bottoni, già responsabile del Servizio per l’ecumenismo e il dialogo dell’Arcidiocesi di Milano
[5] Segretariato Attività Ecumeniche
[6] Paolo De Benedetti, docente di giudaismo, e suor Ada Janes, delle religiose di Nostra Signora di Sion
[7] Il Gruppo interconfessionale Teshuvà (conversione) per lo studio dei rapporti con l’ebraismo
[8] I testi in sanscrito del Centro interreligioso Henri Le Saux, fondato da Caterina Conio, indologa
[9] Elena Covini, già presidente nazionale del Sae, e Gioachino Pistone, membro del Comitato direttivo
[10] Clara Achille, già responsabile del gruppo Sae di Milano
[11] Marina Galbusera, segretaria di mons. Luigi Manganini che inaugurò l’ufficio ecumenico diocesano
[12] Promossa, tra gli altri, dal Centro Ambrosiano di Documentazione per le Religioni (Cadr) e dalla comunità di S. Angelo
[13] Il Ferrari e il Ciliegiolo, i preferiti di Fausto Bassani, segretario del Servizio diocesano per la pastorale sociale
[14] La Libreria Claudiana, della Chiesa evangelica valdese di via Sforza
[15] Don Divo Barsotti, monaco cristiano, fondatore della Comunità dei figli di Dio all’Isolotto
[16] Concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965)
[17] Maria Vingiani, fondatrice del Sae, e Maria Baxiu, della rivista SeFeR per la conoscenza dell’ebraismo e la lotta all’antisemitismo
[18] Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio)
[19] In memoria dello storico incontro interreligioso di Assisi (1986)
[20] Lettura ecumenica della Parola, residenziale a Motta e a S. Felice del Benaco sul Garda, poi cittadina
[21] Giornata dell’ebraismo (17 gennaio)
[22] Arvit, preghiera serale ebraica, cui fa seguito l’Avdalah, l’uscita dal giorno festivo del sabato, inizio degli incontri cristiano-ebraici
[23] Consiglio delle Chiese cristiane di Milano inaugurato nel 1998
[24] Dorothée Mack, pastora valdese, e Traian Valdman, arciprete ortodosso romeno
[25] L’ultima iniziativa del Centro interreligioso Henri Le Saux
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