Ciao a tutti, vi mando questo messaggio con allegato per farvi partecipi della mia decisione (sofferta) ma necessaria. Alla fine di questo mese parto per le vacanze fino al 20 luglio (sarò out), perciò vi chiedo di dare le vostre opinione entro quella data. Troverete copiata L. che è la moglie di Paolo che anche lei va inserita nelle risposte. Grazie a tutti con affetto, Elsa
Ciao a tutti, sarebbe stato opportuno fare una riunione di redazione in presenza ma è difficile e anche on line non è possibile per tutti, per prima per me. La nostra rivista ha compiuto 44 anni in maggio e credo che sia una “buona età”, non voglio certo mancare di rispetto a nessuno ma ultimamente è diventato sempre più difficile preparare i numeri e molto lavoro viene quasi totalmente fatto da una sola persona. Naturalmente faremo l’ultimo numero dell’anno in corso chiudendo con il 179/180. Capisco che tutti abbiamo impegni e responsabilità. Non è certo con cuore leggero che scrivo tutto questo ma credo che liberamente ognuno di voi possa e debba esprimere la propria opinione. Fin quando ho la forza fisica e mentale vorrei chiudere la nostra rivista, c’è molto lavoro da fare. Grazie per la vostra disponibilità e in attesa un forte abbraccio a tutti, Elsa
Cara Elsa, care/i tutte/i, la lettera di Elsa non è un fulmine a ciel sereno perché negli ultimi anni l'idea di chiudere era già emersa più volte. Un ciclo si è concluso e questo strumento per lavorare alla conoscenza di Israele e al dialogo ebraico-cristiano non è più adatto. Penseremo come continuare attraverso nuovi strumenti. Questo è solo il momento della gratitudine, a Elsa e a tutti i membri - nuovi e antichi - della redazione. Ma soprattutto siamo grati ad Elsa, senza la quale questi 180 numeri di Sefer non sarebbero stati possibili e non sarebbero mai usciti. Una cospicua mole di idee, firme, elaborazione, stimoli... come gli indici documentano. Un archivio prezioso! Davvero, una pagina di 'piccola storia' del dialogo tra ebrei e cristiani a Milano (e non solo) si chiude. Onore a questa testimonianza e a chi l'ha offerta con passione e intelligenza e generosità di tempo e di risorse, anche finanziarie. Il mio grazie personale a Elsa è sincero e profondo. Stima e amicizia restano immutate. Un abbraccio, Massimo
Carissima Elsa, Paolo De Benedetti, nostro maestro, il suo ricordo sia in benedizione, in questi quarantaquattro anni ci ha accompagnati ripetendoci spesso il detto di rabbi Tarfon: “Non sta a te portare a compimento l’opera, ma non sei nemmeno libero di sottrarti dall’iniziarla”. E’ alla luce di questa sapienza che uomini e donne in dialogo, fatti voce,per amore di Sion, hanno arato il terreno, hanno seminato e hanno offerto frutti abbondanti a molti. Una flebile voce che si spegne nella logica qoheletica: un tempo per gridare e un tempo per tacere? E, se così fosse? Sull’eco dell’insegnamento di padre Benedetto Calati, mi chiedo: “Che cosa rimarrà di noi, del nostro aver dato inizio al lavoro, del nostro esserci spesi? Tu rimani se hai saputo fermarti nello sguardo degli altri. Ecco, cosa rimane. E basta”. Un abbraccio a te e tutti gli amici e amiche di Sefer, Nazareno.
Cari amici di SeFeR, ridendo e scherzando sono trascorsi 28 anni da quando Paolo De Benedetti mi invitò al gruppo di redazione: la metà esatta degli anni “di mia vita”! Capirete dunque come neanche io mi accinga a questo passo “a cuor leggero” (per riprendere le parole di Elsa). Sono grato a PdB che ha insegnato alla mia bocca a dire “non so” e ai miei occhi a vedere “come Dio scriva diritto, ma su righe storte”. In questi ultimi anni, sotto la guida sapiente di Massimo e con il contributo di Claudia, abbiamo realizzato preziosi fascicoli. Ma ringrazio ciascuno di voi – Marisa, Elsa, Miriam, Nazareno, Paolo – per l’amicizia e per gli insegnamenti ricevuti (e ancora ne avrei). Guardo alla raccolta di SeFeR con la sensazione di aver molto “seminato” per amore di Yerushalaim. Non perdiamoci di vista, Fabio
Cari amici di Sefer, da un paio di anni Elsa mi aveva manifestato l’idea di chiudere questo meraviglioso capitolo, ma facendo finta di niente abbiamo continuato fino ad oggi. In questo momento mi torna alla mente tutto questo periodo con Sefer per me iniziato nel 1980!!! quando Maria Baxiu, cara amica di famiglia che conoscevo dal 1958 (avevo 5 anni), con cui ho sempre condiviso aspetti religiosi, politici e molto di più, mi introdusse nella redazione di Sefer. Mi sono ritrovato con i co-fondatori Maria, PDB, Elsa, Marisa e Nazareno in compagnia di persone che, con una serenità ed una naturalezza rare, hanno portato avanti il dialogo ebraico-cristiano. Sono grato a Sefer per aver avuto modo di conoscere e frequentare personalità religiose e politiche nei due ambiti che mi hanno arricchito in infiniti aspetti. La gratitudine per l’impegno di Elsa nel non facile aspetto anche tecnico per la realizzazione di tutti i numeri è profonda. Mi piacerebbe raccontare tante cose, ma in questo momento riesco solo a dire a tutti Shalom, Paolo
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