mercoledì 6 aprile 2022

La preghiera cattolica "per gli ebrei"


La dichiarazione Nostra Aetate (1965) del Concilio Ecumenico Vaticano II non dice nulla sulla preghiera.

Gli Orientamenti (1974) auspicano “un incontro in comune, davanti a Dio, in preghiera e meditazione silenziosa” che prenda spunto da “grandi cause, come quelle della giustizia e della pace”.

I Sussidi (1985) sottolineano la radice ebraica del cristianesimo: “La liturgia della Parola, nella sua struttura specifica, ha origine nell’ebraismo. La preghiera delle Ore ed altri testi e formulari liturgici si riscontrano parallelamente anche nell’ebraismo come le formule stesse delle nostre preghiere più sacre, così, ad esempio, il Padre nostro. Anche le preghiere eucaristiche si ispirano a modelli della tradizione ebraica”.

La Chiesa Cattolica, nella preghiera universale della celebrazione vespertina del venerdì santo, recitata dopo il rito dell’adorazione della croce, un tempo pregava per i “perfidi giudei”.

Nella traduzione dei vescovi italiani la nuova preghiera introdotta nella liturgia da Paolo VI (1970):

“Preghiamo per gli ebrei:
il Signore Dio nostro,
che li scelse primi fra tutti gli uomini
ad accogliere la sua parola,
li aiuti a progredire sempre
nell’amore del suo nome
e nella fedeltà alla sua alleanza.
Dio onnipotente ed eterno,
che hai fatto le tue promesse
ad Abramo e alla sua discendenza,
ascolta la preghiera della tua Chiesa,
perché il popolo primogenito della tua alleanza
possa giungere alla pienezza della redenzione.
Per Cristo nostro Signore”.

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