E se stenderai la mano contro di me per uccidermi io non stenderò la mano su di te per ucciderti perché ho paura di Dio, il Signore dei mondi (Corano 5,28). Tutti i profeti mostrano chiaramente questa tenacia a pazientare di fronte alle offese altrui senza rispondere all’offesa con l’offesa.
Mi rifiuterò di entrare nel conflitto dei corpi, poiché se mi difendessi, crederesti che uccidere è utile. Lo scopo della dottrina del figlio di Adamo è che l’uomo non imponga la sua opinione agli altri con la forza, e nemmeno che rinunci alla sua opinione per paura della forza.
Il jihad (impiego della forza) è contro l’oppressore e viene ingaggiato anche contro il musulmano oppressore, che sia governante o governato, purché da parte di un governo islamico giunto al potere con il consenso del popolo e non da parte di gruppi d’assalto armati.
Lo scopo del jihad non è diffondere l’Islam, bensì impedire l’ingiustizia, ossia creare un clima di libertà di pensiero senza coercizione. “Non vi è costrizione nella religione” (Corano 2,256).
L’inviato di Dio (il profeta Muhammad) è giunto al governo senza altra forza che quella della persuasione e delle idee. Io non accuso salafiti e nazionalisti islamici di mancare di devozione, ma nutro forti sospetti sulle loro idee e condanno i loro metodi.
Noi non vogliamo fare altro che annunciare il messaggio dell’Islam. Perché allora aiutiamo i nemici di questa religione facendo cose che suscitano la loro ostilità nei nostri confronti?
“Così Dio propone similitudini sul vero e la falsità: la schiuma se ne va, quale inutile detrito, e sulla terra resta ciò che serve all’uomo” (Corano 13,17).
La sunnah (consuetudine, norma, ortodossia) consiste nel cambiare la realtà sulla terra attraverso il cambiamento dell’anima: “Dio non cambia nulla a un popolo finché quel popolo non cambia la disposizione della propria anima” (Corano 13,11).
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