venerdì 6 marzo 2020

Acciaierie di Taranto



Nello studio di un notaio di Milano è stato firmato un accordo tra Arcelor Mittal e i commissari dell’acciaieria (la vecchia Ilva) di Taranto. L’accordo arriva il giorno prima dell’udienza che si sarebbe dovuta tenere al Tribunale di Milano. L’accordo cancella dunque la causa civile che era stata avviata a novembre dello scorso anno, quando la multinazionale siderurgica voleva lasciare Taranto. Contemporaneamente Acelor Mittal ha chiesto una proroga di 3 mesi sulla Cassa integrazione ordinaria per 1.300 dipendenti per insufficienza della domanda di acciaio sui mercati. L’accordo prevede un rilancio del polo siderurgico con un nuovo piano industriale che ridurrà del 30% l’uso del carbone per inseguire le direttive europee. Arcelor Mittal si impegna a finanziare al 50% i costi per i lavori di adeguamento dei vecchi altoforni alle prescrizioni della Procura della Repubblica. Fino al 2025 viene garantito l’impiego di 10.700 dipendenti. Critici i sindacati Fiom (Cgil), Fim (Cisl) e Uilm (Uil) che lamentano una fase di stallo e le mancate garanzie per i 1.800 dipendenti in amministrazione straordinaria e i lavoratori delle aziende di appalto. Inoltre lamentano l’aumento dei lavoratori in cassa integrazione e il vincolo dell’accordo tra azienda e sindacati entro fine maggio senza una preventiva condivisione del piano industriale. Dal canto suo Arcelor Mittal verserà una caparra di 500 milioni di euro che perderà se recederà dall’accordo.

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