La moda italiana viaggia a una velocità quasi doppia
rispetto al resto del Paese. Nel 2018 il giro d’affari è stato di 72miliardi di
euro e per il 2012 arriverà a 80miliardi. Le 173 aziende del settore con oltre
100milioni di fatturato, rappresentano l’1,2% del Pil (prodotto interno lordo)
nazionale. Solo 15 aziende sono quotate in Borsa ma il 22% dei consiglieri è
donna. Occupano 366mila lavoratori di cui 45mila nuovi assunti. Il “made in
Italy” esercita un suo fascino nel mondo e infatti il 72% del fatturato deriva
dalle vendite all’estero (export). La moda esporta in media il 20% in più degli
altri settori manifatturieri con punte del 90% nel caso dell’occhialeria. Il
42,6% dei ricavi deriva dall’abbigliamento, seguito da pelletteria, occhiali e
gioielleria. Negli Usa i marchi italiani sono i più richiesti, mentre restano
ancora da esplorare i mercati di Australia, Brasile, India, Polonia, Canada e
Messico. Nella classifica europea la prima tra gli italiani è Prada (14° posto),
seguita da Calzedonia e Armani. Al primo posto c’è la francese Louis Vuitton,
seguita dalla spagnola Zara, dalla tedesca Adidas, dalla svedese H&M e
dalla italo-francese Essilor-Luxottica. Le aziende italiane sono più piccole e
numerose e rappresentano quasi un terzo del fatturato europeo (251miliardi).
Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato (Genesi 48,22)
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