mercoledì 24 aprile 2019

Il Carlo Caronni

Era nato l’11 maggio del 1922 e nell’estate del 1944 abitava con i genitori in vicolo Filippo Corridoni, budello di cortile che collega via Garibaldi con via Roma. Di mestiere muratore, si era rifiutato di prestare il servizio militare obbligatorio, violando l'obbligo imposto dalla legge. Fu arrestato, su ordine della questura, l’8 agosto del 1944 dalla Guardia nazionale repubblicana. Fu il duce Benito Mussolini a istituirla, con decreto legislativo dell’8 dicembre 1943, per condurre la lotta contro gli oppositori politici e i partigiani. Riuniva in un unico corpo la Milizia volontaria, la Polizia e i Carabinieri. Operò fino all’autunno del 1944, quando gli subentrarono le Brigate nere, il corpo paramilitare fascista della Repubblica di Salò o Repubblica Sociale Italiana che tra il settembre 1943 e l'aprile 1945 fu alle dipendenze della Germania nazista. A Lentate aveva sede in via Cesare Battisti ed era comandata dal tenente Dino Cappelli.

Dopo l’arresto il Caronni fu condotto nel carcere di S. Vittore a Milano. Era finito nel mirino delle Forze armate insieme ad altri quaranta renitenti di leva di Lentate come conseguenza del bando del 18 febbraio 1944 del generale Rodolfo Graziani, ministro della difesa e della guerra. Le strutture amministrative e burocratiche della Forze armate, l’anima operativa della leva, erano di stanza a Camnago, nell’ex parco del Genio militare, oggi sede della stazione ferroviaria. Della ricerca dei renitenti era incaricato il comandante della struttura, il colonnello Giulio Montaldo.



Il Comando territoriale delle regioni settentrionali d’Italia, per conto della Germania nazista, fu il compito che il generale di fanteria Rudolf Touissant, mantenne fino al 26 luglio del 1944, quando venne sostituito da Karl Wolff. A Monza aveva sede il Comando di piazza (Platzkommandatur) per il presidio del territorio. A Seveso altopiano, nella villa Dho, si era installato un Comando locale (Orstkommandatur). A Lentate c’era un Presidio di paese (Dienstelle) comandato dal maggiore Richter. Gestiva un’officina per conto dell’aeronautica tedesca. Uffici e abitazioni occupavano l’ala sud del palazzo Raimondi a Birago, requisito il 26 maggio del 1944. Il Caronni fu inviato da Milano a Bolzano l’11 novembre e, nove giorni dopo, giunse nel campo di concentramento di Mauthausen. Venne classificato schutz, deportato politico, e da quel momento identificato con il numero di matricola 110222.



Il comune di Lentate fu teatro di un massiccio rastrellamento il 21 gennaio del 1945. Centocinquanta camicie nere, guidate da Osvaldo Sala, un pezzo grosso della cosiddetta Resega milanese (la Brigata nera Aldo Resega), percorsero il centro e le frazioni alla ricerca di generi alimentari detenuti irregolarmente. Un uomo in bicicletta, con un cartoccio di tabacco sul portapacchi, non si fermò all’alt. Le camicie nere, il grado più basso della milizia volontaria, aprirono il fuoco e l’uomo morì poco dopo all’ospedale di Seregno. Nell’occasione fu fermato anche un renitente alla leva della classe 1926, non meglio identificato, la cui fine non ci è dato di conoscere. Sappiamo invece che Carlo Caronni morì quattro giorni dopo, il 25 gennaio 1945, a ventidue anni nel lager di Gusen per sevizie e maltrattamenti.

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