giovedì 22 dicembre 2022

 

Scrive Dante Lattes in un saggio intitolato L’eternità del patto (in Nel solco della Bibbia, Laterza, Bari 1953): “Israele visse costantemente nella certezza dell’aiuto di Dio ed in questa fiducia o in questa nostalgia si manifestarono il senso e la sicurezza della sua eternità”. Certezza, fiducia, nostalgia. La certezza è quando l’aiuto di Dio è verificato, come nel libro dell’Esodo (shemot/nomi); fiducia è quando l’aiuto di Dio non si vede ma, sorretti dalla memoria del passato, lo si attende ancora; nostalgia è quando l’aiuto non arriva né lo si aspetta più e resta solo la malinconia.

Nello stile della Bibbia questo rapporto è chiamato patto o alleanza (berit). Nell’ebraico è femminile e lo si taglia (karat) come quando si spezza una stretta di mano. Nelle testimonianze ittite del secondo millennio avanti l’era volgare tagliare (karat) l’alleanza (berit) era normale prassi nelle relazioni internazionali. L’originalità della Bibbia è applicare una categoria umana, di consueto rapporto tra popoli, alla relazione tra gli esseri umani e Dio.

Nel libro del Deuteronomio (devarim/parole 29,9-14) Dio stringe il patto con capi tribù, anziani, ufficiali, uomini d’Israele, figli, donne, ma anche con forestieri residenti che tagliano la legna e attingono l’acqua, e persino con chi non è lì presente quel giorno. Non solo con chi è in viaggio o malato, scrive Lattes, ma anche con tutti coloro che verranno nei secoli futuri, “che li conosceranno dalla voce dei padri e dei maestri, li troveranno scritti nei libri e nelle storie, li erediteranno come un patrimonio familiare”

E ancora non si tratta di una “magica investitura” quanto piuttosto di una “collaborazione alla quale Dio chiama tutto un popolo” e che ha come mèta “il coronamento della storia umana”. Ovvero “l’unità degli uomini in terra” come “reale riconoscimento e reale immanenza dell’unità di Dio”. Per Lattes “la storia viene creata insieme con Dio” e Israele è invitato a “collocare la propria storia nazionale nella corrente dell’universale storia del mondo”.

lunedì 19 dicembre 2022

 

Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) di Ferrara racconta oltre duemila anni di storia degli ebrei in Italia. La gestione del Museo è affidata a una Fondazione costituita tra il Ministero per i Beni e le attività Culturali e del Turismo, il Comune di Ferrara, il CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) e l’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane). Dal 2014 il MEIS e il Mémorial de la Shoah di Parigi sviluppano progetti comuni allo scopo di promuovere una migliore conoscenza della storia della Shoah in Italia e in Europa.

Il MEIS promuove attività didattiche e organizza manifestazioni, incontri nazionali ed internazionali, convegni, mostre permanenti e temporanee sui temi della pace, della fratellanza tra popoli e dell'incontro tra culture e religioni diverse. Dal 2010 promuove la Festa del Libro ebraico in Italia e diverse mostre temporanee.

La mostra interattiva Sotto lo stesso cielo, curata da Sharon Reichel e dal direttore del MEIS rav Amedeo Spagnoletto, sarà visitabile sino al 5 febbraio. Le molte sfaccettature di Sukkot (Capanne), una delle tre feste ebraiche di pellegrinaggio secondo la Bibbia, vengono illustrate con diverse modalità: da quella più gioiosa e divertente con la costruzione di una sukkah (capanna) con i mattoncini Lego, a quella più didattica con la spiegazione del significato della festa attraverso i suoi simboli, fino a un passaggio che intreccia storia e tecnologia con la scoperta della sukkah di Praglia: dieci pannelli lignei decorativi, prodotti in area veneziana a fine del XVIII o del XIX secolo, di proprietà dell’Abbazia di Praglia.

Sui pannelli spiccano decorazioni con soggetti biblici (Abramo, Melchisedec, Isacco e Rebecca, Giacobbe, Rachele, Giosuè, Davide, Mosè ed Elia), festività ebraiche e la costruzione della sukkah. Questi pannelli componevano la capanna e venivano smontati ogni anno: per questo le sukkot dei secoli passati sono andate disperse e quella di Praglia è tra le poche preziose testimonianze sopravvissute.

Non può mancare un affondo sulla sukkah, la tradizionale capanna che si costruisce prima dell’inizio della festa e che deve essere allestita con dettami precisi, come il numero di pareti e la copertura del tetto che devono permettere sempre di intravedere il cielo. La festa di Sukkot fa memoria dell’epoca biblica in cui gli ebrei rimasero nel deserto dopo l'uscita dall'Egitto sopravvivendo grazie alla provvidenza del Cielo.

Attualmente il MEIS ospita anche lo show multimediale Con gli occhi degli ebrei italiani, concepito come introduzione permanente al Museo, e le mostre multimediali 1938: l’umanità negata, con immagini e filmati d’epoca sul dramma delle leggi razziali e dello sterminio, e Ebrei, una storia italiana, che ripercorre gli eventi dall’età romana al Rinascimento. Inoltre il MEIS ospita una collezione di oggetti, documenti e fotografie, una biblioteca e il Giardino delle domande, un labirinto per conoscere le norme dell’alimentazione ebraica.

Maggiori informazioni su: https://meis.museum/

Il discorso della montagna (Matteo 5) di Gesù di Nazaret

  LE BEATITUDINI (PREMESSA ALLE SUPERTESI) Il rotolo di Qumran 4Q525 2 II, 1-6 ha 9 beatitudini, di cui solo le ultime 5 sono conserva...