ARVIT
Preghiera del sabato uscente
(tratta da Preghiere dei giorni feriali e sabati
secondo il rito italiano particolare della Comunità ebraica di Milano
con traduzione e note esplicative del prof. D. Disegni)
Salmo 16
“Proteggimi o Signore poiché ho avuto fiducia in Te!” - Un uomo pietoso nella disgrazia invoca Dio, egli non mette davanti i propri meriti ma quelli degli altri uomini
Salmo 93
“Il Signore regnò, si ammantò di maestà” - Grandezza sublime di Dio, contro cui invano si urta la furia degli uomini
Salmo 144
“Benedetto sia il Signore mia rocca” - Lode al Signore per tutto quanto ha fatto in favore del Suo popolo, e preghiera di continuare a proteggerlo efficacemente
Salmo 67
“Abbia pietà di noi e ci benedica il Signore” - Canto in cui si ringrazia il Cielo per la raccolta dell’anno. Tutti i popoli sono invitati a partecipare al ringraziamento perché tutti risentono i benefici effetti anche per la pace degli uomini
Salmo 134
“Benedite il Signore voi tutti servi del Signore” - Canto dei pellegrinaggi. I pellegrinaggi si facevano come prescrive la Torà nelle tre feste annuali: Pasqua, Pentecoste e Capanne. Durante le giornate di viaggio per alleggerire la fatica e il disagio e tenere alto lo spirito si cantava e si pregava. Cosicché il gruppo dei salmi 120-134 si può considerare come il Salterio dei pellegrini
Il Signore delle schiere è con noi, protettore è per noi Iddio di Giacobbe. Il Signore delle schiere! Felice l’uomo che in Te si confida. O Signore salvaci o Re esaudisci noi quando Ti invochiamo. In pace a un tempo mi corico e mi addormento poiché Tu solo o Signore mi farai riposare tranquillamente. Fammi conoscere il sentiero della (vera) vita, dell’infinita gioia, della Tua presenza, delizie sono presso di Te per l’eternità. Oh! Venisse da parte del Signore che risiede in Sion la salvezza d’Israele, quando il Signore richiamerà dall’esilio il Suo popolo, allora gioirà Giacobbe, si rallegrerà Israele. Di giorno il Signore mi è prodigo dei Suoi favori, di notte gioisco nella recita degli inni, di preghiere al Signore che mi concede la vita. La salvezza dei giusti proviene dal Signore che è la loro difesa in tempi di distretta. Il Signore li aiuta, li libera, li salva dagli empi poiché in Lui si sono confidati. Siate forti e coraggiosi o voi tutti che sperate nel Signore.
O Signore salva, o Re esaudisci noi quando t’invochiamo
(Ufficiante) Benedite il Signore degno di benedizione
(Pubblico) Benedetto sia pure il Signore degno di benedizione in eterno
Shemà Israel
Prima delle due benedizioni che precedono lo Shemà
Benedetto Tu o Signore Dio nostro Re del mondo, la cui parola fa imbrunire le notti, e con sapienza apri le porte (dell’aurora e del tramonto), con intelligenza alterni le stagioni e cambi i tempi. Tu con propria volontà fissasti le leggi celesti per gli astri, cosicché sei il Creatore del giorno e della notte, Tu fai seguire la luce all’oscurità e l’oscurità alla luce, fai passare il giorno e venire la notte, hai messo separazione fra il giorno e la notte, il Tuo nome è Signore degli eserciti, e il Tuo nome è immortale ed eterno, Tu regnerai sopra di noi in eterno. Benedetto Tu o Signore che fai imbrunire le notti.
Seconda benedizione che precede lo Shemà
Amore perenne Tu hai avuto per il tuo popolo casa d’Israele, leggi, precetti, statuti e istituzioni c’insegnasti, perciò o Signore Dio nostro coricandoci e alzandoci, ispira nel nostro cuore (l’amore) di meditare gli statuti della Tua volontà, cosicché ci rallegreremo e gioiremo in eterno dello studio della Tua Legge e dei Tuoi precetti, poiché essi costituiscono lo scopo della nostra vita, e ci procurano lunghezza dei giorni. Fa’ che meditiamo su di essi giorno e notte, né privarci giammai del Tuo amore. Benedetto sii Tu o Signore che ami il Tuo popolo d’Israele.
Lo Shemà contiene tre brani della Torà, due nel Deuteronomio e uno nei Numeri. Il primo verso è la dichiarazione dell’assoluta Unità di Dio base fondamentale dell’ebraismo. Durante la recita dello Shemà ci si copre gli occhi con la mano.
Ascolta, o Israele, l’Eterno è nostro Dio, l’Eterno è Uno. Benedetto sia in eterno, il Nome del Suo glorioso regno. E amerai l’Eterno tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue facoltà. Siano questi precetti che Io ti comando oggi, impressi nel tuo cuore. Li inculcherai ai tuoi figli, parlerai di essi stando in casa, camminando per via, coricandoti e alzandoti. Li legherai per segnale sulla tua mano, siano per frontali fra i tuoi occhi. Li scriverai sugli stipiti della tua casa e delle tue porte (Deuteronomio 6,4-9)
Se voi obbedirete ai Miei precetti che Io vi comando oggi, di amare il Signore Iddio vostro, e di prestarGli culto con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra, Vi darò la pioggia sulla vostra terra a suo tempo, quella autunnale e quella primaverile, e raccoglierai il tuo grano, il tuo vino e il tuo olio. Farò crescere nel tuo campo l’erba (necessaria) per il tuo bestiame e vivrai nell’abbondanza. State attenti che il vostro cuore non sia tratto in errore, che voi cioè vi scostate da Me, e prestate culto ad altre divinità e vi prostrate a loro. Giacché allora la collera del Signore si accenderebbe contro di voi, chiuderebbe il Cielo, non vi sarebbe pioggia, la terra non fornirebbe il suo prodotto, e voi sparireste presto di sopra la terra fertile, che il Signore vi dà. Imprimetevi queste mie parole nel vostro cuore e nel vostro animo, legatevele per insegna sulla vostra mano, e siano per frontali fra i vostri occhi. Insegnatele ai vostri figli meditandole, stando in casa, camminando per la via, coricandovi e alzandovi. E le scriverai sugli stipiti della tua casa e delle tue porte. Così facendo si prolungheranno i vostri giorni e quelli dei vostri figli, sulla terra che giurò il Signore ai vostri padri di dar loro, finché il cielo durerà sulla terra (Deuteronomio 11,13-21).
E il Signore disse a Mosè: Ordina ai figli d’Israele che facciano essi e i loro discendenti, delle frange agli angoli dei loro vestiti, e nel fiocco angolare mettano un filo di lana azzurra. Questo sarà un qualcosa di splendente, e guardandolo vi ricorderete di tutti i precetti del Signore per metterli in pratica, e non andrete seguendo le seduzioni del vostro cuore e dei vostri occhi, che vi trascinano all’errore. Così ricorderete tutti i Miei precetti, li metterete in pratica e sarete santi all’Iddio vostro. Io sono il Signore Dio vostro, che vi ho tratti dal paese d’Egitto per esser vostro Dio. Sono Io il Signore vostro Dio (Numeri 15,37-41).
Benedizione della Gheullà. A seguire vengono recitate un’appendice alla Gheullà di Mar bar Rabinà (IV sec. e.v.) e18 versetti in corrispondenza delle 18 benedizioni della Amidà. Pare che l’istituzione della recita di questi versetti risalga al fatto che in un’epoca non ben determinata di persecuzione fu vietata la recita della preghiera (vespertina) di Arvit, e questo doveva servire da compenso. Poi rimase l’uso.
Verità assoluta ed eterna per noi è, che Egli è il Signore Dio nostro ed altri non v’è, e che noi siamo Israele popolo Suo; Egli ci ha liberato dalla mano di re (nemici), Egli il nostro Re che ci sottrasse dal potere di tiranni; Egli è Dio che punì i nostri persecutori, e fece pagare il fio ai nostri mortali nemici. Che ci conserva in vita, e che non lascia vacillare il nostro piede (Salmo 66,9); che ci condusse vincitori sulle alture dei nostri nemici, e ci fece trionfare sui nostri odiatori, che miracolosamente ci vendicò di Faraone, operando miracoli e portenti nella terra dei figli di Cam. Percosse col Suo sdegno i primogeniti egiziani, liberando così il Suo popolo Israele perennemente. Traghettò i Suoi figli in mezzo al Mar Rosso, affondando negli abissi i loro persecutori e i loro nemici. Vedendo i Suoi figli la Sua onnipotenza, tributarono omaggi al Suo nome, riconoscendo con letizia la Sua sovranità. Mosè e i figli d’Israele intonarono un cantico con somma letizia, e così si espressero: Chi è come Te fra gli dei o Signore? Chi è pari a Te cinto di santità, degno di lodi, operatore di miracoli? (Esodo 15,11) La manifestazione della Tua sovranità manifestarono i Tuoi figli, allorquando per mezzo di Mosè dividesti il mare, e allora esclamarono ecco il mio Dio, conchiudendo; il Signore regnerà per sempre. Ed è pure scritto: Il Signore liberò Giacobbe, e lo salvò dalla mano di chi era più forte di lui (Geremia 31,10). Benedetto, sii Tu o Signore, che hai liberato Israele.
Kaddish
Il Kaddish è una professione di fede e a un tempo un’esaltazione della grandezza dell’Onnipotente. Si fanno auspici per il prossimo avvento del Regno di Dio in terra. Preghiera indubbiamente antichissima, non si sa quando sia stata composta, fu scritta in lingua caldaica.
Venga riconosciuto grande e santo l’eccelso Nome di Dio, nel mondo che ha creato conforme alla Sua volontà. Faccia sorgere il Suo regno in vostra vita ai vostri giorni, e in vita di tutta la famiglia d’Israele, fra poco e in tempo vicino e voi dite amen. L’ineffabile Nome Suo sia benedetto in tutta l’eternità. Sia benedetto, lodato, glorificato, esaltato, innalzato, dichiarato eccelso, riverito, celebrato il Nome del Santo Benedetto Egli sia, enormemente al di sopra di qualsiasi benedizione, cantico, laude, e sacra allocuzione che si possa proferire in questo mondo e dite amen.
Amidà
La preghiera della Amidà o 18 benedizioni si recita in piedi con i piedi uniti, in silenzio e con la faccia rivolta a oriente verso Gerusalemme. (Sintesi con le espressioni conclusive di ogni benedizione: Benedetto sii Tu, o Signore, scudo d’Abramo, che fai risuscitare i morti, Dio Santo, che concedi la ragione, che gradisci la penitenza, pietoso e grandemente indulgente, redentore, che risani gli ammalati del Tuo popolo Israele, che benedici gli anni, che raduni i dispersi del Tuo popolo Israele, Re che ami carità e giustizia, che spezzi gli avversari e umilii i reprobi, che sei il sostegno e la fiducia dei giusti, riedificatore di Gerusalemme, che fai spuntare la salvezza, che ascolti la preghiera, che rimetterai con misericordia la tua sede in Sion, il cui nome è buono e a Te si conviene rendere omaggio, che benedici il popolo d’Israele accordandogli la pace amen).
O mio Dio preserva la mia lingua dal male e le mie labbra dal pronunziare inganno, fa che non abbia a reagire verso chi mi oltraggia, fa che sia premuroso nell’adempimento dei precetti e sia umile con tutti. Sia gradito dinanzi a Te o Signore Dio mio che tutti quelli che progettano male contro di me si annulli il loro perverso consiglio, e vada a vuoto il loro pensiero! Sia gradito dinanzi a Te Signore Dio mio di farmi comprendere la Tua legge, di concedermi sapienza, prudenza, intelligenza, mezzi di sussistenza, grazia, pietà, misericordia e gradimento dinanzi a Te.
Colui che costituì l’armonia nei cieli con la Sua misericordia conceda pace a noi e a tutto Israele. Sia gradito dinanzi a Te Signore Dio nostro e Dio dei padri nostri, di riedificare il Santuario preso ai giorni nostri e facci partecipi della Tua Legge.
Kaddish (vedi sopra)
Salmo 91
“Chi sta sotto la protezione dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente” - Questo salmo è chiamato “salmo delle piaghe” (Talmud B. Shevuot 16,2) perché accenna a gravi e minacciosi pericoli, forse per questo, quale contrapposto, se ne fa precedere la recita dall’ultimo versetto del salmo 9 in cui si augura che la grazia del Signore riposi su di noi.
Kedushà desidrà
Nel Talmud (B. Sotà 49,a) si dà grandissima importanza a questa santificazione dopo lo studio. Anticamente era uso dedicarsi allo studio delle sacre carte subito dopo la preghiera mattutina, e come chiusa si recitavano versetti concernenti la santificazione Divina. Quando per le mutate condizioni dei tempi, fu abolito l’uso quotidiano dello studio dopo la preghiera, si mantenne la recita della santificazione Divina che fu poi introdotta anche nella preghiera vespertina del Sabato.
Kaddish (vedi sopra)
Sia accettata con gradimento la preghiera e la supplica di tutta la casa d’Israele, dal Loro Padre celeste e si dica amen. Sia concessa dal cielo compiuta pace e vita felice a noi e a tutto Israele e si dica amen. Colui che nei cieli stabilì l’armonia, Egli con la Sua misericordia accordi pace a noi e a tutto Israele amen.
Segue una raccolta di versetti di benedizione e di buon augurio per l’incipiente settimana (Genesi 27,28-29; 28,3-4; 48,16; 49,25-26; Deuteronomio 1,10-11; 28,3.6-7.8-12; 33,29; Isaia 51,11; 25,9; 12,2; 45,17; Michea 4,5; Isaia 2,5; 1 Samuele 18,14; 25,6; Malachia 3,1.23; Deuteronomio 13,5; 4,4; Isaia 55,12)
Salmo 121
“Alzo gli occhi verso i monti, di dove mi verrà l’aiuto?” - Salmo degli ebrei che si mettono in viaggio per il pellegrinaggio a Gerusalemme
Salmo 150
“Lodate Dio nel Suo Santuario” - Grandioso canto liturgico che serve di chiusura a tutto il Salterio
Passo talmudico col quale si chiude il trattato Berakhot
Rabbi Eleazar a nome di Rabbi Chaninà disse: gli uomini saggi e colti procurano la pace al mondo perché sta scritto nel profeta Isaia: “Quando tutti i tuoi figli saranno istruiti nella Legge Divina, la felicità dei tuoi discendenti sarà grande”. La pace regnerà nelle tue case, la sicurezza nei tuoi palazzi (o Gerusalemme) per l’amore dei miei fratelli e amici io ti auguro la felicità (o città santa) per l’amore del Tempio di Dio nostro Signore desidero il tuo bene! Che tu possa vedere le più tarde generazioni, sia pace su Israele! Coloro che amano la tua Legge godranno di grande felicità, né mai avranno a soffrire danno. Il Signore darà la forza al Suo popolo, il Signore benedirà il Suo popolo con pace.
Kaddish (vedi sopra)
Che Israele, i Suoi Dottori, i loro alunni e i discepoli dei loro alunni, che si occupano degli studi sacri tanto qui come in qualunque altro luogo, insieme a noi possano godere pace, misericordia, clemenza, vita lunga e abbondanza, da parte del Signore del cielo e della terra e si dica amen. Venga accordata compiuta pace dal Cielo, vita buona per noi e per tutto Israele amen. Colui che costituì l’armonia dei Cieli con la Sua misericordia conceda pace a noi e a tutto Israele amen.
Segue una preghiera che sintetizza la fede nel puro monoteismo, e la speranza d’Israele nel regno futuro della giustizia e della fratellanza universale, nel regno di Dio. Alcuni ne fanno risalire la composizione fino a Giosuè il successore di Mosè.
(Ufficiante) Benedite il Signore degno di benedizione
(Pubblico) Benedetto sia pure il Signore degno di benedizione in eterno
AVDALA’
Cerimonia di separazione fra il giorno festivo e quello feriale
La cerimonia dell’Avdalà è funzione religiosa che si deve celebrare in seno alla famiglia. Tuttavia in varie Comunità di ogni rito si usa come per il Kiddush (consacrazione della festa) di fare la cerimonia anche nelle case di orazione. Essa consiste di quattro benedizioni: 1. vino! inizio di tutte le cerimonie del genere; 2. profumi! (tale benedizione ha un significato puramente spirituale e cioè poeticamente i Maestri hanno detto che l’ebreo osservante all’entrata del sabato acquista un aumento delle forze spirituali come si trattasse di una seconda anima che gli entra nel corpo la quale sarà sufficiente per fargli assaporare in pieno i godimenti e le delizie che reca con sé il sabato! Al termine della festa questa Nescianma Iederà come la chiamano i Maestri lo abbandona e in quel momento a titolo di ristoro l’ebreo aspira qualche odore che lo ritempri); 3. lume! piega le dita della mano e poi le distende per far risaltare la distinzione fra l’oscurità e la luce; 4. separazione! benedizione in cui si fa la distinzione fra il giorno di sabato e l’inizio del giorno feriale. Si prende il calice di vino con ambe le mani, poi si sostiene con la mano destra e con la sinistra si tiene qualcosa di odoroso, la torcia di fronte.
Sia ricordata per bene, sia felice l’entrante settimana, sia di buon auspicio. Deh! Il profeta Elia giunga presto a noi insieme al Messia discendente di David.
Agli ebrei fu luce, allegria, giubilo e onore (Ester 8,16). Con allegria siamo convenuti in questo sacro luogo e in qualunque altro luogo in cui ci troviamo! Sia il potente Dio in nostro aiuto, buon augurio per le nostre case, buona fortuna per le nostre imprese, ci benedirà il nostro Creatore formatore del tutto, con larga figliolanza, con ricchezza, con santità, con averi, con abbondanza di tutto ci renderà contenti in tutto il Signore del nostro aiuto, e con la Sua bontà infinita ci guiderà.
Il calice di salvezza alzerò e il nome di Dio invocherò (Salmo 116,13). Deh! O Signore salva deh! deh o Signore fa prosperare deh (Salmo 118,25). Deh o Signore ci esaudisci nel momento che T’invochiamo. Egli invierà benedizione, salvezza, prosperità in ogni opera delle nostre mani e diremo amen. Benedetto Tu o Signore Dio nostro Re del mondo, che creasti il frutto della vite. Benedetto Tu o Signore Dio nostro Re del mondo, che creasti alberi aromatici. Benedetto Tu o Signore Dio nostro Re del mondo, che crei la luce del fuoco. Benedetto Tu o Signore Dio nostro Re del mondo, che fai distinzione fra il sacro e il profano, fra la luce e l’oscurità, fra Israele e le altre nazioni, fra il settimo giorno e gli altri sei giorni settimanali. Benedetto Tu o Signore che separi fra il sacro e il profano.
Salmo 92 (tratto da Salmi di Davide, tradizione di Rav S.J. Sierra, Edizioni DLI, Milano 1996)
Sebbene questo salmo sia riconosciuto come quello inerente principalmente al tema dello Shabbat - in effetti era il canto dei Leviti per il servizio sabbatico nel Santuario - il testo non contiene alcun riferimento esplicito allo Shabbat. Quel è allora il nesso? Rashì spiega che il salmo non si riferisce allo Shabbat settimanale ma al mondo a venire, che viene chiamato “il giorno che sarà tutto Shabbat”, quando l’uomo raggiungerà quella perfezione spirituale di cui durante lo Shabbat si ha solo un assaggio.
Bello è fare omaggio al Signore, cantare lodi al tuo nome altissimo.
Annunciare ogni mattina la tua bontà, ogni notte la tua fedeltà.
Sul decacordo e sul liuto, con canti composti e accompagnati dalla cetra.
Poiché tu mi allieti con le tue opere, canterò la creazione delle tue mani.
Come sono grandi le tue opere, o Signore, sono molto profondi i tuoi pensieri!
L’ignorante non può sapere, e l’uomo stolto non può comprenderlo:
quando gli empi fioriscono come l’erba, e sono floridi coloro che commettono iniquità, è per sterminarli per l’eternità.
Ma tu Signore sei eternamente eccelso.
Poiché i tuoi nemici, o Signore, alla fine andranno perduti; dispersi saranno tutti coloro che agiscono con iniquità.
Ma Tu innalzerai il mio corno come quello del bufalo e io mi sono preparato dell’olio profumato.
Ho visto con i miei occhi la rovina dei miei avversari, dei malvagi che erano contro di me; le mie orecchie hanno sentito la notizia della loro disfatta.
Il giusto fiorirà come la palma, come il cedro del Libano alto egli crescerà.
I giusti trapiantati nella casa del Signore fioriranno negli atrii del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno rigogliosi e floridi.
Così si renderà manifesto che è retto il Signore, la mia rupe, e in lui non vi è ingiustizia.
a cura del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano per la Giornata dell’ebraismo (Sinagoga Maggiore di Milano, 17.01.04)
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