Nello studio di un notaio di Milano è stato firmato un
accordo tra Arcelor Mittal e i commissari dell’acciaieria (la vecchia Ilva) di
Taranto. L’accordo arriva il giorno prima dell’udienza che si sarebbe dovuta
tenere al Tribunale di Milano. L’accordo cancella dunque la causa civile che
era stata avviata a novembre dello scorso anno, quando la multinazionale
siderurgica voleva lasciare Taranto. Contemporaneamente Acelor Mittal ha
chiesto una proroga di 3 mesi sulla Cassa integrazione ordinaria per 1.300
dipendenti per insufficienza della domanda di acciaio sui mercati. L’accordo
prevede un rilancio del polo siderurgico con un nuovo piano industriale che
ridurrà del 30% l’uso del carbone per inseguire le direttive europee. Arcelor
Mittal si impegna a finanziare al 50% i costi per i lavori di adeguamento dei
vecchi altoforni alle prescrizioni della Procura della Repubblica. Fino al 2025
viene garantito l’impiego di 10.700 dipendenti. Critici i sindacati Fiom
(Cgil), Fim (Cisl) e Uilm (Uil) che lamentano una fase di stallo e le mancate
garanzie per i 1.800 dipendenti in amministrazione straordinaria e i lavoratori
delle aziende di appalto. Inoltre lamentano l’aumento dei lavoratori in cassa
integrazione e il vincolo dell’accordo tra azienda e sindacati entro fine
maggio senza una preventiva condivisione del piano industriale. Dal canto suo
Arcelor Mittal verserà una caparra di 500 milioni di euro che perderà se
recederà dall’accordo.
Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato (Genesi 48,22)
venerdì 6 marzo 2020
mercoledì 4 marzo 2020
Pace in Afghanistan
Firmato un accordo per la pace in Afghanistan tra i talebani
(gli studenti delle scuole di Corano) e il governo americano. Da una parte un
mullah (un teologo islamico) e dall’altra il segretario di stato Usa. Il testo
dell’accordo di Doha è stato discusso per un anno e mezzo. Gli americani si
impegnano a ritirare le proprie truppe entro 14 mesi e i talebani si impegnano
a tagliare i legami con al-Qaeda (movimento terroristico islamista). È previsto
anche uno scambio di prigionieri tra i talebani e il governo dell’Afghanistan
che darà l’avvio ai negoziati. Anche la Nato (organizzazione per la difesa del
Nord Atlantico), che non combatte più dal 2015, ridurrà la propria presenza nel
Paese. La guerra in Afghanistan è durata 18 anni e ha fatto più di 100 mila vittime
tra i civili e 3.302 caduti tra i soldati alleati (2.448 americani). L’Italia,
come membro della Nato, schiera in Afghanistan 900 militari, 148 mezzi
terrestri e 8 aerei. Nonostante non siano impegnati in combattimenti, ma nell’addestramento
e in consulenze, i caduti italiani sono 54. I soldati della Nato su territorio
afgano sono oltre 20 mila e si calcola che i talebani siano 77 mila e i
miliziani del Daesh (Isis o Stato Islamico) 11 mila.
martedì 3 marzo 2020
La contesa di Idlib
Centinaia di profughi siriani si sono ammassati nelle
stazioni degli autobus in Turchia per comprare un biglietto per la Grecia. La
polizia greca ha respinto centinaia di persone con gas lacrimogeni, ma tanti
sono riusciti a passare attraverso campi e foreste. Secondo l’Onu i rifugiati
che si ammassano al nord della Siria sono circa 1 milione. A questi si
aggiungono i 3,5 milioni di profughi che si trovano in Turchia dopo essere
fuggiti dalla guerra civile in Siria. Al centro del conflitto c’è la città di
Idlib, di grande importanza strategica sia per Ankara (Turchia) che per Damasco
(Siria). Qui da settimane si fronteggiano le truppe turche e quelle fedeli al
presidente siriano Bashar al-Assad. Qualche giorno fa durante un bombardamento le
truppe siriane hanno ucciso 33 soldati turchi. Mosca (Russia) ha difeso l’operato
dell’aviazione di Damasco (Siria) sostenendo che i soldati siriani erano
circondati da terroristi. La risposta della Turchia è stata di 329 soldati siriani
morti o feriti. Il presidente Erdogan (Turchia) ha riaperto la frontiera con la
Grecia. Rifugiati e profughi possono così attraversare il confine e arrivare in
Europa attraverso i Balcani. Così anche l’accordo dell’Unione Europea con la
Turchia per fermare i profughi in cambio di denaro è ora a rischio.
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