I Salmi sono preghiere (parola umana) contenute nella Bibbia (parola di Dio).
Se non ci fossero la preghiera di cui l’umanità è capace sarebbe solo la quarta invocazione del Padre Nostro (il pane quotidiano).
Lutero scrive che nei Salmi ci sono “vigore, forza, impeto e fuoco”, assenti nelle “preghierine devozionali”. Per lui Salmi e Padre Nostro si richiamano l’un l’altro.
Bonhoeffer divide i Salmi secondo uno schema che riecheggia le sette richieste del Padre Nostro.
Chi prega nei Salmi? Dei centocinquanta Salmi, settantatre sono attribuiti a David, dodici al maestro del coro Asaf, dodici ai cantori figli di Core, due a Salomone e uno ai maestri Eman e Etan.
Tutti i Salmi furono la preghiera dell’ebreo Gesù.
Per la comunità cristiana i Salmi 22 e 69 sono quelli della passione di Cristo.
I Salmi oggi sono preghiera quotidiana di ebrei e cristiani (la preghiera delle ore).
Si può leggere, ad esempio, il Salmo 22 tenendo conto di questi tre piani di lettura: David (e con lui gli ebrei), Gesù (e con lui i cristiani), chi lo prega (oggi e qui).
Obbediente al comandamento “Tu mangerai e ti sazierai benedicendo il Signore tuo Dio!” (Deuteronomio 8,10), Israele prende i pasti ringraziando Dio.
Anche Gesù benedice prima di ogni pasto (Marco 6,41; 8,6-7 e paralleli; Luca 24,30; Giovanni 6,11).
Non per santificare il cibo, perché il creato è buono, né per sacralizzare l’atto, già santo in se stesso, ma per ringraziare il Creatore.
Così facendo si condivide il cibo con il povero, il pellegrino, il viandante, l’ospite.
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