mercoledì 26 agosto 2020

Una lettera di Martin Cunz


In febbraio sotto il vulcano Osorno nel profondo sud del Cile ho ricevuto con grande allegria il vostro invito al colloquio a settembre su Bonhoeffer.

Ho già iniziato a farmi delle note e continuo a pensarci.

Sarebbe per me una riflessione importantissima perché è quasi l’unico teologo moderno che fa vedere alla chiesa d’Occidente delle prospettive oneste oltre l’impasse storica e spirituale in cui ci troviamo come chiese.

Però voi sapete del mio pessimo stato di salute pieno di speranza contro ogni speranza.

Umanamente non potrò venire però prego di darmi un poco più di vita come a Chizkiyahu (Isaia 38) e di chiamare Lazzaro dalla tomba per sfasciarlo e lasciarlo andare.

Che questa malattia non sia per la morte.

Non chiedo un miracolo per la mia persona, però che Dio sia glorificato in tutto.

Vivo come regalo più grande una libertà finora mai conosciuta e vivo pregando in comunione con la Chiesa Universale.

Se riesco scriverò qualcosa ma non prometto.

Que Dio vi benedica in tutto.

Martin Cunz

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