mercoledì 31 ottobre 2018

La scuola della Parola di Carlo Maria Martini

Tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso più di tredicimila giovani hanno letto la Bibbia con il metodo della lectio divina. Un approccio graduale al testo secondo un’antica regola cristiana che si richiama al metodo rabbinico. Questo volume raccoglie tutte le edizioni della Scuola della Parola proposta da Carlo Maria Martini durante il suo episcopato a Milano. I testi presi in esame sono soprattutto Salmi e, fatta eccezione per un capitolo del libro di Giosuè, brani tratti dalle Scritture cristiane.



È noto che nel mondo ebraico la Scrittura viene insegnata nelle scuole. La Bibbia è torah, libro che guida nel cammino, istruzione pratica di vita. Da qui per Martini la necessità di una lettura assidua e continua di tutte le Scritture, ogni sezione di ogni libro, delle Scritture ebraiche e di quelle cristiane. Perché le prime illuminano e spiegano le seconde.
Martini ha visto chiaramente in anticipo la frammentazione culturale della società occidentale secolarizzata. Riteneva che fosse impossibile continuare ad avere fede in questi tempi senza nutrirsi anche personalmente della Scrittura. Con il Concilio Ecumenico Vaticano II la lectio divina è divenuta un diritto di ogni cristiano. Anche e soprattutto dei laici. Infatti non è una predica, è una scuola, un tempo e un luogo in cui ognuno pone le sue domande al testo.

Il clima fondamentale di ogni Scuola della Parola era la preghiera. Un respiro più largo del solito. Come quello che viene spontaneo contemplando un paesaggio di montagna, immergendosi nella solitudine di un bosco, assaporando l’ascolto di una melodia. Martini accostava il parallelismo dei Salmi, l’immagine espressa due volte secondo antitesi o sintesi, al movimento di inspirazione ed espirazione. Perché più che parlare della Bibbia, ricorda Ravasi nell’introduzione, Martini parlava la Bibbia.

giovedì 18 ottobre 2018

Gli ebrei tra storia e memoria di Riccardo Calimani e Giacomo Kahn

Due ebrei italiani si mettono a dialogare tra di loro. Ripercorrono l’intera storia ebraica da Abramo ad oggi. Non sfuggono loro certamente il pregiudizio antisemita e neppure il rapporto con i cristiani. Mettono in luce l’originalità e la fecondità del pensiero elaborato dai rabbini e dai filosofi ebrei. Danno vita a un mondo ebraico ricco e articolato, complesso e indubbiamente contraddittorio. Ma riescono a mantenere lo stile leggero dell’intervista e della chiacchiera tra amici.

Del resto sono uomini di mondo, hanno lavorato a lungo in grandi aziende italiane, hanno insegnato e scritto. Calimani è noto per la sua “Storia degli ebrei italiani” in tre volumi. Kahn ora dirige il mensile Shalom, il magazine della Comunità ebraica di Roma, la più numerosa e antica d’Italia. A chiedere loro quest’impresa è Luigi Nason, il curatore della collana “Cristiani ed Ebrei”, che conta ormai una decina di titoli.



Lo stile divulgativo, ma rigoroso, fa di quest’opera di formato ridotto una sorta di enciclopedia tascabile dell’ebraismo. Vi si ritrovano tutti i principali temi e le più consuete domande sull’argomento. Per non parlare degli indici di temi, riferimenti biblici, nomi di persona e testi della tradizione ebraica. Chiudono il libro una carrellata di Kahn sui principali intellettuali ebrei moderni e un intervento di Calimani sul senso attuale della Giornata della memoria della Shoah.

Il discorso della montagna (Matteo 5) di Gesù di Nazaret

  LE BEATITUDINI (PREMESSA ALLE SUPERTESI) Il rotolo di Qumran 4Q525 2 II, 1-6 ha 9 beatitudini, di cui solo le ultime 5 sono conserva...