Flannery O'Connor nasce nel 1925 in Georgia e la sua vita, per nulla semplice, si consuma in fretta. "La narrativa riguarda ciò che è umano e noi siamo polvere." - scrive - "Dunque se disdegnate di impolverarvi... Non dovreste tentare di scrivere".
Questa polvere, che Flannery ben conosce, plasma la sua visione della realtà e dell'umanità. Per onorare tale realtà Flannery tratteggia, nelle sue opere, molteplici dettagli dell'essere umano, soprattutto di quello più ordinario, comune, semplice e persino del più ambiguo, contraddittorio e grottesco.
Da qui il fascino e il messaggio più sorprendente dell'autrice: il mistero abita in qualsiasi situazione. Nella realtà più feroce, privata e impossibile, si sprigiona la possibilità di una grazia e di una speranza non riducibili alla realtà, ma che si danno solo in essa.
Così tutto può essere guardato con occhi nuovi, anche il volto sfigurato di tanti suoi personaggi, anche le vicende più improbabili raccontate e offerte con generosa fedeltà al quotidiano, anche i sentimenti più cupi e infernali.
http://www.camtome.it/2012/01/10/consigli-di-lettura-flannery-oconnor/
Bruce Springsteen è un appassionato lettore della O'Connor e vi ha tratto ispirazione per il suo sesto album, Nebraska, del 1982. Per registrarlo si è chiuso in una stanza, come un monaco nella sua cella, con la sola chitarra acustica e un registratore multipista. Ne è uscito un disco folk, bello come pochi altri, in cui ogni pezzo sembra un racconto della O'Connor.