Il Lama Gangchen e il Dalai Lama sono da anni in profondo disaccordo. I cinesi hanno cominciato a trasferirsi in massa nella sottopopolata terra tibetana. Oggi, a fronte di una popolazione di circa 6 milioni di abitanti, vivono in Tibet 8 milioni di cinesi. A lungo andare l’etnia tibetana, insieme alle tradizioni autoctone, scomparirà.
Il Lama Gangchen, che è un Tulku Rinpoche, cioè un incarnato, un illuminato riconosciuto da tutti i tibetani come tale, sta cercando da anni di instaurare e mantenere dei buoni rapporti con i cinesi. Il Dalai Lama no. Per un discorso pratico: i cinesi hanno fatto sparire il Panchen Lama.
Il Panchen Lama, seconda autorità religiosa del Tibet (e quindi essendo il Tibet una teocrazia, seconda autorità politica) ha il ruolo di riconoscere e nominare il successore del Dalai Lama; il rischio che il Tibet venga in futuro governato da un agente segreto di Pechino è assai forte.
Il Lama Gangchen è in dissidio con il XIV Dalai Lama poiché è tra quei monaci tibetani tuttora legati al culto di Dorje Shugden, in questi ultimi decenni al centro di un animato conflitto che sta segnando l'evoluzione della civiltà tibetana. Insieme ad alcuni influenti lignaggi di lama, ghesce e monaci Gelug considera infatti questo essere una divinità tantrica molto potente, mentre il Dalai Lama l'ha indicata come uno spirito demoniaco dai temibili poteri mondani.
A dispetto del distacco progressivo di molti lignaggi monastici e della denuncia di molti adoratori di Dorje Shugden come simpatizzanti con il governo comunista di Pechino, Lama Gangchen non ha mai sconfessato tale divinità tantrica, e nemmeno il connesso metodo di autoguarigione NgalSo, ritenuto inadeguato e fuorviante dal Dharma ortodosso.